Per i tifosi di Michael Schumacher la data del 29 dicembre 2013 rappresenta una dolorosa ferita. Il giorno che ha cambiato tutto. 9 anni fa avvenne infatti l’incidente occorso al campione del mondo di Formula 1.

Lo sguardo del pilota di Formula uno Michael Schumacher durante le prove a Monaco il 29 maggio 2003. ANSA /GERO BRELOER

Schumacher, l’uomo, il padre, il campione

Michael Schumacher nasce a Hurt, il 3 gennaio 1969. E come il fratello minore Ralf (classe 1975) si avvicina presto al mondo dei motori. Soprannominato Kaiser (imperatore), Schumi ha gareggiato dal 1991 al 2006 con Jordan, Benetton e Ferrari, prima di ritirarsi. Ritiro che dura 4 anni: è il 2010 quando la Mercedes decide di riportarlo in pista per due stagioni. In carriera, Schumacher ha vinto 7 mondiali (2 con la Benetton nel 1994 e 1995, 5 con la Ferrari di seguito fra il 2000 e il 2004). Nel 1995 il matrimonio con Corinna, da cui ha avuto due figli, Gina Maria e Mick anche lui pilota con un passato alla Haas, e ora terzo pilota della Mercedes.

Michael Schumacher festeggia con il team Ferrari il secondo posto al gp del Belgio, 29 agosto 2004. ANSA / Oliver Weiken

L’incidente di Méribel

Era il 29 dicembre 2013 quando Michael Schumacher, nel corso di una sciata a Méribel, in Francia, cadde durante un fuoripista: nell’urto il Kaiser sbatté la testa violentemente contro una roccia che, nonostante il casco, gli procurò un grave trauma cranico ed emorragia cerebrale. Le ore successive furono critiche per Schumi, che fu posto in coma farmacologico. Una situazione che perdurò fino al giugno 2014 quando, la sua storica portavoce Sabine Kehm, comunicò il risveglio del pilota. Da lì quasi nulla si sa più.

Il riserbo sulle condizioni di Schumacher

La famiglia ha da subito deciso di seguire la via del silenzio totale sulle effettive condizioni di Michael Schumacher. Un velo che nessuno è riuscito a squarciare. Un silenzio mantenuto totalmente anche dalle uniche tre persone che hanno la possibilità di andare a visitare l’ex campione del mondo: oltre alla famiglia, solo la portavoce Sabine e l’ex team manager della Ferrari e numero 1 della FIA Jean Todt. Secondo alcune fonti anche a una terza persona sarebbe permesso visitare il Kaiser, e sarebbe un altro ferrarista: si tratta di Luca Badoer, per anni terzo pilota e collaudatore del Cavallino Rampante che con Schumi nel corso degli anni ha tenuto una profonda amicizia.

Il documentario Netflix

La nota piattaforma di streaming Netflix ha prodotto un documentario dedicato al Kaiser: Schumacher. Un titolo descritto così:

Attraverso interviste esclusive e filmati di repertorio, questo documentario ricostruisce un ritratto intimo del sette volte campione di Formula 1 Michael Schumacher.

E che contiene anche testimonianze da parte della famiglia, in particolare di Corinna:

Stiamo insieme, viviamo insieme a casa. È in cura. Facciamo di tutto per migliorare le sue condizioni, per assicurarci che sia a suo agio e per fargli sentire la presenza della nostra famiglia, il nostro amore. Qualunque cosa accada, farò tutto il possibile. Lo faremo tutti. Come famiglia, cerchiamo di andare avanti come avrebbe voluto Michael e come lui l’amerebbe ancora. La vita va avanti. Michael ci ha sempre protetto, e ora noi proteggiamo Michael (…) mi manca ogni giorno. Ma non sono l’unica a cui manca. I bambini, la famiglia, suo padre, tutti intorno a lui. Michael manca a tutti. Ma Michael c’è. È diverso, ma c’è. E questo ci dà forza, credo.