Rdc gennaio 2023. Anche nel mese di gennaio 2023 verrà seguito lo stesso calendario utilizzato nel 2022: sono previsti due pagamenti diversi in base alla categoria a cui appartiene il soggetto richiedente.

Rdc gennaio 2023

Le ricariche arriveranno in due tranche:

  • entro il 16 gennaio percepiranno il sussidio coloro che hanno presentato la domanda a dicembre 2022 per la prima volta, chi a novembre ha ricevuto la diciottesima mensilità e chi a dicembre, con la sospensione, ha chiesto il rinnovo per altri 18 mesi (il pagamento potrebbe essere anticipato di qualche giorno o posticipato entro e non oltre lunedì 16, visto che il 15 è domenica);
  • entro il 27 gennaio arriveranno i pagamenti per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza da almeno due mesi e per chi ne ha chiesto il rinnovo a novembre 2022 (ricevendo la prima mensilità della seconda tranche entro il 15 del mese di dicembre).

Per ricevere le ricariche RDC e PDC da Gennaio 2023, bisogna immediatamente rinnovare il modello Isee 2023 e controllare il mantenimento dei requisiti indicati su tale modello. Ricordiamo che il reddito complessivo nel nucleo familiare dipendente non si evince sull’attestazione Isee, in quanto questo valore è decurtato del 20%.

Le novità dal 2023

Da Gennaio 2023 il reddito di cittadinanza subirà delle modifiche, in base a quanto previsto dalla Manovra 2023.

Tra le principali novità emergono sicuramente tre aspetti molto importanti:

  •  l’assegno che arriverà l’anno prossimo sarà solo per sette mesi invece degli otto previsti. 
  • se si riceve un’offerta di lavoro, qualunque essa sia, o la si accetta o si perde l’assegno
  • scatta l’obbligo di istruzione per i giovani tra i 18 e i 29 anni

Formazione obbligatoria

La legge di Bilancio 2023 include anche altre novità che entreranno in vigore nel 2023. Per i percettori di reddito di cittadinanza dai 18 ai 29 anni di età, infatti, è necessaria la formazione obbligatoria. Perderanno il beneficio i giovani che non hanno terminato gli anni di obbligo di istruzione e non si iscrivano o frequentino percorsi d’istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali al raggiungimento dell’istruzione minima (almeno una qualifica triennale). Gli obblighi si ampliano anche con l’iscrizione, per tutti i componenti dei nuclei familiari percettori di reddito, a un corso di formazione o a una qualifica professionale per un periodo di 6 mesi. In particolare, l’obbligo interessa i componenti di età lavorativa che dovranno sottoscrivere il “Patto per il lavoro”. L’eventuale inosservanza di questo obbligo comporta la perdita del reddito di cittadinanza per tutto il nucleo familiare.

Scompare il concetto di “offerta congrua”

Con l’approvazione di un emendamento a firma di Maurizio Lupi, il riferimento normativo all’offerta “congrua” scompare. In pratica la prima offerta che, se rifiutata, fa perdere il diritto all’assegno, non dovrà più considerare le esperienze e competenze maturate e in teoria nemmeno la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento. Fino ad oggi come “congrue” erano considerate le offerte per posti di lavoro entro 80 chilometri dal domicilio, raggiungibili in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici.