Carcere Beccaria ultimi due evasi ritrovati. A distanza di qualche giorno dall’evasione di sette ragazzi avvenuta nell’Istituto minorile Cesare Beccaria di Milano, si è arrivati ad un punto di svolta: sono stati ritrovati gli ultimi due evasi che sarebbero stati localizzati e riportati in carcere. Questa mattina anche un altro ragazzo del gruppo era giunto alla Questura di Milano.

Carcere Beccaria ultimi due evasi ritrovati

Il giorno di Natale sette ragazzi sarebbero fuggiti dal carcere Cesare Beccaria dove erano detenuti. Sono riusciti a scappare aprendosi un varco nella recinzione che era sottoposta a dei lavori in corso da molto tempo. Sono state giornate di fuoco per l’istituto minorile ma oggi sarebbero stati ritrovati anche gli ultimi due evasi nella giornata di mercoledì 28 dicembre. In mattina si era già presentato presso la Questura di Milano un altro ragazzo del gruppo che è stato successivamente arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile. L’autorità giudiziaria ha provveduto con il giudizio per direttissima. Il giovane ha 19 anni ed è il più grande del gruppo, gli altri, infatti, hanno tra i 17 e i 18. E’ italiano e residente in provincia di Como, sarebbe stato accusato di maltrattamenti in famiglia e non sarebbe la sua prima fuga, qualche tempo fa era scappato da altre comunità.

Chi sono i 7 ragazzi

Anche gli ultimi due evasi che sono stati appena ritrovati sono entrambi italiani ed hanno rispettivamente 17 e 18 anni. Nessuno dei componenti del gruppo stanno scontando una condanna definitiva in quanto nessuno avrebbe compiuto fatti di estrema violenza, ma furti e rapine.

Com’è avvenuta la fuga

Sono sette i fuggitivi che il giorno di Natale hanno compiuto il grande gesto. Secondo quanto si apprende dalle informazioni rilasciate dagli inquirenti, i ragazzi si trovavano nel cortile dell’Istituto insieme ad altri compagni, quando hanno chiesto ad un agente, che era presente in quel momento ed aveva il compito di sorvegliarli, di portare un pallone per fare una partita a calcio. Il poliziotto non ha perso occasione di accontentarli e mentre era alla ricerca dell’oggetto richiesto, il gruppo ha messo in atto il piano di fuga. Così, hanno demolito un pannello che copriva le impalcature del cantiere, hanno legato un lenzuolo per scendere e raggiungere la zona fuori dalle mura. In realtà, solo uno sarebbe riuscito a scappare in questo modo, gli altri avrebbero scavalcato.

Le parole di Don Burgio

Il caso del carcere di Beccaria sta facendo molto discutere sull’importanza e il ruolo degli istituti minorili in tutta Italia. Don Burgio, fondatore della comunità Kayros di Vimodrone e cappellano del carcere, ha parlato di quanto accaduto e in un’intervista al Corriere della Sera ha riferito il suo punto di vista. Secondo Don Burgio i ragazzi non riescono a resistere all’interno delle strutture poiché le loro giornate sono vuote e non hanno nulla da perdere. “Le attività, soprattutto dopo il Covid sono state ridotte – ha spiegato – e si svolgono quasi solo all’interno delle sezioni, per la paura e la fatica organizzativa di trasferire in sicurezza e gestire gruppi di giovani in cortile o in palestra e teatro, luoghi peraltro ristrutturati e bellissimi che è un peccato non utilizzare con regolarità”.

Ha poi aggiunto che i problemi che vivono i ragazzi sono tanti e l’unico modo per aiutarli è affrontarli insieme a loro con coraggio e spirito positivo. Anche la medicalizzazione spesso è eccessiva ed è un rischio dentro e fuori le mura del carcere. Infatti, nella maggior parte dei casi, una volta usciti, prendono sostanze al posto di medicinali. Poi un appello al Ministero: “Il ministero capisca che serve rafforzare l’organico e dare più stabilità al personale in continuo turnover“.