Vittorio Sgarbi bacchetta Ignazio La Russa sulla questione Msi. Il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, intervistato da ‘La Repubblica’, torna sulle polemiche dopo le frasi del presidente del Senato a celebrazione del Movimento sociale italiano.
La Russa è stato inopportuno. Nella storia repubblicana, fino a Berlusconi, il Msi è stato un partito presente in Parlamento ma con una posizione discutibile rispetto a un passato che sembrava finito. Un po’ come il Pci, che invece aveva un problema di postura rispetto al presente. Diciamo la verità: oggi nessuno metterebbe in discussione la celebrazione di Togliatti o Ingrao. Eppure, il loro partito era contemporaneo alle stragi di Stalin, all’Ungheria, a Pol Pot, a Mao.
Il ricordo del Msi del mio amico La Russa, che si arrabbierà, è stato non illegittimo ma quantomeno inopportuno. Soprattutto politicamente. Perché finisce per richiamarsi al passato e non al futuro, come invece fa Giorgia Meloni. Tra i due, ci scommetto, probabilmente ci sarà qualche discussione.
Dopo le critiche piovute addosso al presidente del Senato da varie categorie, tra cui gli esponenti della Comunità Ebraica, dalle opposizioni sono arrivate una ferma condanna e una richiesta di dimissioni. Ma Ignazio La Russa dovrebbe davvero dimettersi dalla propria carica secondo Sgarbi?
E perché mai? Può un presidente del Senato che è stato del Msi celebrare il partito di Almirante? Credo di sì. Certo, crea un effetto sulfureo, ne sono consapevole. Ma vale la pena ricordare che Almirante era presente ai funerali di Berlinguer. Era parte di una comunità politica, seppur antifascista.
Msi, Sgarbi su La Russa: “FdI è un mondo ormai più ampio”
Nel frattempo La Russa, ai microfoni del Corriere della Sera, aveva precisato di non aver ricevuto “alcuna critica” dalla premier Giorgia Meloni per il suo post in memoria del Msi. Proprio la leader di Fratelli d’Italia, partito di cui La Russa è cofondatore, secondo Sgarbi incarna alla perfezione il nuovo che avanza.
Fratelli d’Italia è un mondo che ormai è più ampio, pur avendo delle radici ben definite nella destra. Poi c’è chi è erede diretto del Msi e chi, come la giovane Meloni, viene da Fiuggi, figlia della svolta di Fini che si era già spinto oltre le colonne d’Ercole e aveva portato An al 15 per cento. Oggi Meloni ha raddoppiato il consenso e se tocchi il 30 per cento avrai a che fare un po’ con tutti. La Russa è l’ultimo emblema di quel mondo lì, che esiste ancora nella loro area di riferimento. Non puoi certo uccidere chi proviene dal Msi.