Manovra 2023, oggi voto finale al Senato. Il testo della legge di Bilancio è atteso nella mattinata di oggi, 29 dicembre, per il via libera con fiducia a Palazzo Madama. L’ok definitivo alla Manovra arriverà, quasi certamente, in concomitanza con il consueto incontro dell’Ordine dei Giornalisti e della Stampa parlamentare con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per la conferenza stampa di fine 2022. Il testo passato al Senato è identico a quello votato dalla Camera e, anche per questo voto finale, ci sarà la fiducia chiesta dall’esecutivo nel pomeriggio del 28 dicembre. Proprio la fiducia ha procurato i malumori delle opposizioni. La legge di Bilancio prevede il pacchetto più ricco agli aiuti a imprese e famiglie per il caro energia. Aiuti che copriranno i mesi di gennaio, febbraio e marzo: poi dovranno essere trovate altre risorse dal governo per prolungare il sostegno ai mesi successivi.

Manovra 2023, oggi voto finale al Senato: insorgono le opposizioni

La fiducia posta dal governo alla Manovra 2023 al Senato ha provocato i malumori delle opposizioni. Mariastella Gelmini di Azione ha sintetizzato il disappunto con un post apparso su Facebook: “La maggioranza ha forzato i tempi in maniera eccessiva, riducendo il Parlamento a passacarte. In questa Manovra – si legge ancora – non c’è nulla per le imprese, nessuna attenzione alla sanità, nessuna riforma del fisco o del reddito di cittadinanza. Insomma tanti titoli, poca sostanza. Un pessimo inizio per il Governo“. A parti invertite, dodici mesi fa, era Giorgia Meloni a usare le stesse espressioni dall’opposizione nei confronti del governo di Mario Draghi e, prima ancora, di Giuseppe Conte. Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, scrive: “La maggioranza porta all’opposizione una legge di Bilancio che dà risposte concrete alle imprese, alle categorie più deboli e alle famiglie. Le polemiche delle opposizioni – si legge su Facebook – sono infondate e pretestuose, perché abbiamo dato più spazio al dibattito parlamentare di quanto era stato dato due anni fa, quando l’allora governo aveva avuto sei mesi di tempo per preparare la Manovra, a differenza di oggi che abbiamo avuto a disposizione meno di un mese“.

Legge di Bilancio 2023, le reazioni dell’opposizione

Di certo, oggi Giorgia Meloni rivendicherà l’approvazione della legge di Bilancio 2023 fatta in tempi ristretti, dal momento che il governo “è nato appena due mesi fa”. Ragionamenti più nel merito delle misure inserite nella Manovra tenderanno a spiegare che i due terzi degli investimenti sono stati concentrati sui sostegni alle imprese e alle famiglie per mitigare il caro-prezzi dell’energia. In buona sostanza, la legge di Bilancio 2023 continua il percorso tracciato già da Mario Draghi rafforzando le misure che erano già operative per gran parte del 2022. La capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, traccia un bilancio positivo sulla legge: “È una Manovra che frena innanzitutto il caro energia e che dà un indirizzo politico preciso per costruire l’Italia del futuro. Con una maggiore attenzione – spiega Ronzulli – ai fragili, ai giovani, ai pensionati, ai lavoratori“. Nettamente critica la posizione dell’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in particolare sulla mancanza di risorse per colmare i buchi dell’organico degli infermieri e dei medici che mettono a rischio la stabilità del sistema sanitario. “Il ministro Schillaci non ha combattuto per garantire al Servizio sanitario nazinale i soldi necessari per le riforme: personale, assunzioni, ricerca, Lea, nomenclatore tariffario, tutto fermo al palo. Di questa Manovra – continua la senatrice Dem – 21 miliardi sono vincolati per l’energia, come è giusto, gli altri 14 miliardi costituiscono il perimetro in cui il governo ha esercitato le sue scelte politiche. Ecco, rispetto alle sfide, la risposta è inadeguata, insussistente. Aiuterebbe avere un piano pluriennale che ci porti stabilmente sopra il 7% di Pil per mettere in sicurezza il Ssn. Il nostro Ssn – conclude – rischia di fare la fine che ha fatto quello inglese, siamo in una situazione difficilissima. Se si mettono insieme medici, infermieri, operatori sanitari che andranno in pensione nei prossimi due anni, quelli che se ne stanno andando all’estero e quelli che hanno deciso di lasciare prima perché non ce la fanno più dopo due anni e mezzo di Covid, siamo a rischio. Tutti i Paesi europei hanno aumentato i fondi ordinari di finanziamento del sistema, a noi mancano 12,7 miliardi rispetto alla media dei Paesi europei“.