Errare è umano, perseverare è diabolico. Ecco perché l’Europa, memore degli errori commessi nel 2020, vuole agire in maniera del tutto diversa. L’aumento dei casi da Covid in Cina, conseguenza indesiderata della repentina eliminazione della politica Covid Zero, è argomento di riflessione. Mentre i paesi interni hanno iniziato a fare da sé, ad esempio l’Italia, la Commissione Europea ha convocato una seduta ad hoc. L’obiettivo della plenaria è chiaro: discutere le possibili misure per un approccio coordinato da parte degli Stati dell’Ue all’esplosione dei casi di Covid in Cina.
Covid, l’Europa si coordina
“Alla luce della situazione pandemica in Cina – ha rivelato una portavoce della commissione – l’esecutivo europeo convocherà giovedì mattina un comitato con i rappresentanti dei ministeri della Sanità dell’UE-27”.
La Commissione europea lavora per evitare che gli Stati membri agiscano da soli con restrizioni alle frontiere senza consultare gli altri, proprio come è successo durante le prime battute della pandemia. All’inizio di dicembre, su raccomandazione della Commissione, l’Ue ha deciso di abolire tutte le restrizioni all’ingresso nei 27 Paesi membri per i viaggiatori provenienti da Paesi terzi e di tornare alla situazione pre-pandemia.
Al momento la variante BF.7 Omicron, quella che si sta diffondendo in Cina, prevalente in Cina è già presente in Europa e non è aumentata in modo significativo. “Tuttavia – dice la portavoce – rimaniamo vigili e pronti a usare il freno di emergenza, cioè misure restrittive in modo coordinato, se necessario”.
Italia, il Ministro Schillaci va avanti
Come detto, l’Italia ha iniziato a prendere precauzioni. Il Ministro Schillaci sarà in Senato, domani alle ore 17:30, per riferire su quanto sta accadendo. Come riporta l’AGI, proprio il Ministero italiano avrebbe sollecitato un intervento coordinato dalle istituzioni europee. Nel frattempo, però, decisioni importanti sono in via di definizione: tampone obbligatorio per chi viene dalla Cina e quarantena obbligatoria per i positivi.