“Bene il decreto rave, finalmente. Finora gli interventi erano per contrastare reati che concorrevano nella realizzazione del rave. Oggi vi è una norma specifica che ci consentirà senza dover ‘aggirare’ il contesto, riportare delle situazioni irregolari alla normalità. L’ultimo esempio del rave di Modena ha consentito a tutti di far comprendere quali sono le situazioni di illegalità che si verificano in molti contesti”, così Stefano Paoloni, segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia), intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
In arrivo un decreto per emergenza baby gang, Paoloni: “Daspo consentirebbe agilità di intervento”
Sul tavolo del consiglio dei Ministri che si è riunito oggi, 28 dicembre, è arrivato il cosiddetto decreto sicurezza, contenente però solo un pacchetto di norme riguardanti il tema dell’immigrazione. Bisognerà invece attendere il nuovo anno per la parte che concerne la sicurezza interna, dove c’è l’ipotesi di un Daspo urbano per i minori tra i 14 e i 18 anni per colpire il fenomeno delle baby gang.
Quello delle baby gang – spiega Paoloni – è un fenomeno in espansione e quindi è necessario individuare strumenti che possano contenerlo. Andranno sperimentati ma possono essere in aiuto per il contrasto di fenomeno. Il daspo significa che in determinati momenti, come quelli di ritrovo, la persona debba presentarsi in un posto lontano e diverso per una firma. Questo, come l’ammonimento del questore, sono provvedimenti amministrativi che consentono un’agilità di intervento abbastanza rapida e superiore rispetto alle norme attuali. Ben vengano ma chiaramente andranno sperimentate sul campo e magari richiederanno dei correttivi.
Purtroppo negli ultimi due anni, dalla ripresa dopo il lockdown, si stanno verificando questi fenomeni. Molti sono cittadini italiani di seconda generazione. Purtroppo, soprattutto nei confronti di minori, non vi sono norme che consentono di reprimere questi fenomeni e a volta si è tristi osservatori. L’intervento delle forze dell’ordine è e deve essere l’estrema ratio, quando altri tentativi non sono andati a buon fine. Il contributo delle scuole è fondamentale, il lavoro delle famiglie è indispensabile. Senza queste precondizioni il nostro resta un triste servizio.
Un altro rafforzamento della sicurezza interna passa per il taser, il cui utilizzo si vorrebbe estendere a tutte le situazioni di rischio, anche nei Comuni più piccoli dove attualmente non è in dotazione delle forze dell’ordine.
Il taser si sta rivelando uno strumento straordinario molto funzionale rispetto ai servizi di polizia – dice Paoloni. Lo avevamo già verificato nella sperimentazione ma è ulteriormente comprovato in questo periodo di utilizzo, iniziato a marzo. La funzione principale del taser è dissuadere la persona che dobbiamo fermare per legge con l’uso della forza dai suoi intenti violenti. In 8 casi su 10, alla sola vista del taser, le persone desistono dai comportamenti violenti quindi non essendoci l’uso della forza non si ferisce nessuno. Né la persona che dobbiamo fare né gli operatori che intervengono. Già questo da solo è un grandissimo risultato. Nelle altre due occasioni, dove invece siamo obbligati a usare la pistola ad impulsi elettrici, al momento non abbiamo verificato feriti di particolare intensità, se non proprio lieve dovuta alla caduta del soggetto.
Per noi il taser si sta rivelando uno strumento molto sicuro ed efficacie. Pertanto che possa essere utilizzato in tutte le realtà lo riteniamo assolutamente funzionale. Le modalità e le condizioni per le quali può essere utilizzato sono le medesime. L’auspicio è che nelle piccole realtà vi siano molto meno occasioni rispetto che nelle grandi città. Noi comunque da tempo invochiamo protocolli operativi certi, una codifica dei casi in cui effettivamente si possono utilizzare gli strumenti di cui abbiamo l’uso, ma soprattutto che venga abbinato alle body cam, che certifichino esattamente le modalità dell’intervento, proprio per dare massima trasparenza ai servizi di polizia – conclude il segretario del Sap.