Cdm approva oggi dl per quanta riguarda gli ordini del giorno che riguardavano gli impianti di interesse strategico nazionale, come l’ex Ilva. Lo ha annunciato il Governo Meloni ed in particolare il Ministro Adolfo Urso protagonista durante la seduta odierna nell’annunciare un accordo tra gli azionisti del sito industriale. Sono stati modificati i patti parasociali tra ArcelorMittal, Acciaierie d’Italia e Invitalia e fissati dei nuovi obiettivi strategici.
Cdm approva dl sull’Ex Ilva, cosa prevede il decreto legge?
Il Cdm ha esaminato ed approvato il decreto legge recante “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” presentato dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy e dal Ministero della Giustizia, composto da 10 articoli. Il dl prevede che i 680 milioni, già stanziati, possano essere utilizzati fin d’ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale. Ad essi si sommano il miliardo stanziato dal dl Aiuti bis e le risorse previste per il DRI e il Just transition fund. Il decreto prevede inoltre modifiche alla normativa per la attivazione delle procedure per l’amministrazione straordinaria in caso di insolvenza della società. Il dl prevede ulteriori norme tese a scoraggiare comportamenti dilatori nelle procedure di amministrazione straordinaria legando i compensi dei commissari straordinari ai risultati e alla durata della procedura stessa e ponendo un tetto massimo ai compensi degli amministratori giudiziari. Il dl contiene anche norme processuali penali per assicurare la continuità produttiva delle imprese di interesse strategico nazionale intervenendo sulla disciplina dei sequestri e su quella in materia di responsabilità penale per tutti gli stabilimenti di interesse nazionale.
Gli obiettivi illustrati da Urso
Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha illustrato al Consiglio dei ministri un nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal e Invitalia, che prevede l’impegno dei soci per raggiungere tre nuovi obiettivi: rilancio sito produttivo e conseguenti garanzie occupazionali fissando dei target di produzione superiori a quelli conseguiti da ADI nell’ultimo biennio; riconversione industriale per impianto green e risanamento ambientale con il completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nei tempi previsti; investimenti legati allo sviluppo industriale e al Polo di Taranto, come l’attivazione dei campi eolici “floating”, iniziative di economia circolare tramite il recupero dei sottoprodotti (cementificio), attivazione di impianti di desalinizzazione tramite il recupero delle acque dolci dei fiumi Tara e Sinni, lo sviluppo del porto tramite impianto di degassificazione FSRU galleggiante.
Patti parasociali variati e convocazione al Mit per il 19 gennaio
Per realizzare questi obiettivi le parti hanno convenuto di modificare i patti parasociali incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e determinando gli impegni finanziari dei soci, con rispettivi impegni proporzionali alla quota azionaria.
Urso ha inoltre annunciato che il Mimit ha convocato il Tavolo exIlva in data 19 gennaio con la partecipazione delle forze sociali, sindacati e associazione produttive, rappresentanti degli Enti locali, azionisti pubblici e privati in cui l’azienda illustrerà i piani di sviluppo e gli impegni industriali e occupazionali. l ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha convocato il Tavolo ex Ilva il 19 gennaio con la partecipazione delle forze sociali, sindacati e associazione produttive, rappresentanti degli Enti locali, azionisti pubblici e privati in cui l’azienda illustrerà i piani di sviluppo e gli impegni industriali e occupazionali.
Approvato dl migranti
Il Cdm approva anche il cosiddetto dl migranti che servirà a regolarizzare i flussi migratori. Il decreto legge approvato rispecchia quanto era previsto dalle indiscrezioni della vigilia, stabilisce che le navi ong potranno raggiungere l’Italia solo se “il porto di sbarco assegnato è raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”. In pratica le navi ong non potranno accumulare più salvataggi in mare prima di raggiungere il porto assegnato e si dovranno limitare ad un unico interveno. In caso di violazione, salve le sanzioni penali, si applica una sanzione amministrativa al comandante della nave da 10mila a 50mila euro. La responsabilità solidale si estende all’armatore e al proprietario della nave. In caso di reiterazione della violazione si applica la confisca della nave fino a 20 giorni.