La situazione legata al Covid in Cina inizia a preoccupare anche nel nostro paese. Dopo la decisione di istituire dei tamponi molecolari (facoltativi) a chi entra nel nostro paese dopo aver transitato in Cina, bisogna evitare di tornare indietro di due anni. Il professor Matteo Bassetti in un intervista al quotidiano “Il Messaggero” mette in guardia tutti definendo la situazione cinese come una “bomba biologica”.
Covid in Cina, Bassetti: “É una bomba biologica”
Secondo quanto riferito al quotidiano “Il Messaggero” dal professor Matteo Bassetti, infettivologo e coordinatore delle Malattie infettive di Alisa, l’azienda sanitaria ligure: “Dobbiamo stare attenti perché oggi la Cina è una bomba biologica. Ci sono un miliardo e mezzo di potenziali riceventi del virus, la popolazione è stata vaccinata poco e male e numerose persone fragili non hanno ricevuto il vaccino. La situazione della Cina di oggi è molto diversa rispetto al 2020: allora il contagio era nella provincia di Hubei, e il virus aveva una contagiosità poco più alta dell’influenza, ogni persona che si ammalava ne contagiava due e mezzo. Ora siamo di fronte a un virus che è in tutta la Cina, con una variante contagiosa come il Morbillo, con un Rt 20.”
Nuove varianti?
Sul pericolo dello scoprire nuove varianti, Bassetti al “Messaggero” afferma: “Il virus continua a mutare, soltanto in questi ultimi 20 giorni 29 nuove varianti sono state individuate in Cina. Al momento si tratta sempre di sotto varianti di Omicron, ma non possiamo escludere che, con l’alta circolazione del virus, si possano presentare anche varianti successive: pi greco, sigma, omega e altre che già conosciamo o altre nuove. La situazione fuori controllo, con gli alti numeri di contagi giornalieri rende la Cina un potenziale laboratorio di varianti. Non dovrebbe arrivare una variante più aggressiva, ma potrebbe arrivarne una più resistente ai vaccini e questo sarebbe un problema per l’Italia e per l’Europa. Oggi la popolazione italiana non è più così protetta come quando arrivò Omicron l’anno scorso. Molte persone non hanno fatto la quarta dose, tra cui il 60% degli anziani.”