Mario Merola causa morte. Nato a Napoli il 6 aprile 1934 e deceduto a Castellammare di Stabia il 12 novembre 2006, Mario Merola è stato un cantante e attore.
Mario Merola causa morte
Il 7 novembre 2006 Mario Merola fu ricoverato in rianimazione presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dopo aver mangiato delle cozze crude. Il 12 novembre dello stesso anno Merola morì per arresto cardiocircolatorio, nello stesso ospedale, all’età di 72 anni.
Moglie e figli
Merola era sposato con Rosa Serrapiglia, classe 1936. I due si sono sposati dopo circa 13 anni di fidanzamento, il 6 aprile 1964, nel giorno del 30° compleanno dell’artista. La coppia, sempre unita e innamorata, ha avuto tre figli: Michele Roberto, Loredana e Francesco Merola. I due maschi hanno seguito le orme del padre nel mondo dello spettacolo e della musica, soprattutto Francesco Merola, come lui cantante che lo ha accompagnato in duetto al Festival di Napoli del 2001, in cui vinsero il primo premio con il brano L’urdemo emigrante.
Biografia
Figlio di un ciabattino, fin da ragazzo, nell’immediato dopoguerra, lavora come stivatore (come lui stesso raccontava con orgoglio) al porto di Napoli. Anche su incoraggiamento dei colleghi, che apprezzano le sue doti canore, inizia a esibirsi come cantante nel repertorio classico della canzone napoletana, raggiungendo nel giro di pochi anni un notevole successo, dapprima a Napoli e successivamente in Italia e all’estero.
Negli anni ’60, pubblica il suo primo disco: “Malu figlio“. Esordisce al teatro Sirena interpretando “A testa aruta” e poi al Festival di Napoli con il brano “A sciurara“. Malgrado la sua giovane età (appena trent’anni) divenne già protagonista indiscusso del genere “sceneggiata”. Il debutto sul grande schermo, invece dovrà attendere il 1973, con “Sgarro alla camorra” di Ettore Maria Fizzarotti. Da lì seguirono diverse collaborazioni a film di genere poliziesco, spesso ispirati a reali episodi di cronaca.
Il successo di Mario Merola va oltre i confini del Sud Italia. Nel 1976 porta la sua sceneggiata a Milano e l’anno successivo parte per il Canada e gli Stati Uniti, dove viene addirittura ricevuto dal presidente Gerard Ford.