Titolo 42 Usa: la Corte Suprema americana – a maggioranza conservatrice – ha deciso di mantenere in vigore la misura, voluta dall’ex presidente Trump per frenare l’immigrazione durante la pandemia da Covid-19, consentendo al governo di espellere senza possibilità di appello o richiesta di asilo le persone che attraversano illegalmente la frontiera con il Messico.
Titolo 42 Usa mantenuto in vigore dalla Corte suprema: cosa prevede
Le restrizioni introdotte da Donald Trump durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 per bloccare i migranti al confine con il Messico rimangono, alla fine, in vigore. A deciderlo è stata la Corte suprema americana – a maggioranza conservatrice – che ha accolto, con cinque voti a favore su nove, la richiesta degli Stati repubblicani del Paese, tra cui Texas e Arizona, di continuare ad adottare il Titolo 42. Per i procuratori del Grand Old Party, la scadenza della misura – prevista per oggi, 28 dicembre – avrebbe infatti causato, come riporta il New York Times, un’ondata di nuovi arrivi, mettendo sotto ulteriore pressione il confine.
Tra i quattro voti contrari, che non sono comunque riusciti a cancellare i paletti in tema immigrazione, quelli dei tre giudici liberali, ma anche quello di Neil Gorsuch, il “saggio” eletto da Trump, secondo cui “l’attuale crisi di confine non è una crisi Covid” e “i tribunali non dovrebbero occuparsi di perpetuare editti amministrativi progettati per un’emergenza solo perché i funzionari eletti non sono riusciti ad affrontare un’altra emergenza”. “Siamo un tribunale – avrebbe dichiarato l’uomo, citato dal Washington Post -, non politici di ultima istanza”.
Nell’accogliere l’istanza dei repubblicani, la Corte suprema si è impegnata ad ascoltare le argomentazioni sulla misura in febbraio o marzo e decidere se gli Stati possano intervenire o meno. Ciò significa, comunque, che la misura resterà in vigore per mesi, almeno fino a quando non sarà presa una decisione definitiva. La reazione da parte della Casa Bianca non si è fatta attendere. Per risolvere i problemi di immigrazione, ha ribadito la portavoce, Karine Jean-Pierre, “è necessario che il Congresso approvi un’ampia riforma come quella proposta del presidente Biden”. Anche se il Titolo 42 è una misura sanitaria, molti lo ritengono infatti uno strumento centrale per controllare l’immigrazione e fronteggiare l’attuale crisi al confine, dove i migranti arrivano ogni giorno a migliaia.
Nonostante la consapevolezza di un possibile aumento del numero degli attraversamenti illegali, l’attuale amministrazione aveva quindi chiesto di respingere le richieste di mantenere le restrizioni in vigore, affermando che “la soluzione al problema dell’immigrazione non può essere l’estensione di una misura che tutti noi sappiamo essersi spinta oltre la giustificazione sanitaria”. Ora, come ha ribadito Jean-Pierre, dalla Casa Bianca rispetteranno la decisione dei giudici, ma allo stesso tempo si prepareranno “a gestire il confine in modo sicuro, ordinato e umano per quando il Titolo 42 sarà abolito”. Dall’inizio della sua applicazione nel 2020, la misura ha permesso alle autorità statunitensi di allontanare dal Paese milioni di migranti, circa 2,5, secondo le stime, giustificando la loro espulsione con motivi di salute pubblica.
Si tratta di una maschera, che espone i migranti a numerosi pericoli. “Le persone continuano a rimanere in campi di fortuna in attesa delle loro udienze per la richiesta d’asilo o senza un chiaro percorso da seguire. Molti dei nostri pazienti ci raccontano di aver affrontato questo viaggio pericoloso perché temevano per la loro vita nel loro Paese d’origine. Per loro, tornare indietro non è un’opzione”, ha detto Rodd Gerstenhaber, capomissione di Medici senza frontiere in Messico, Honduras e Guatemala. “I protocolli sulla migrazione e il Titolo 42 – ha aggiunto Avril Benoit, Direttrice generale di MSF negli Usa – sono politiche fondamentalmente xenofobe pensate per infliggere sofferenza ai richiedenti asilo negli Stati Uniti e per scoraggiare le altre dal richiedere protezione in questo Paese”. La loro speranza è che l’amministrazione Biden possa mantenere le sue promesse, iniziando a lavorare, con urgenza, alla creazione di un sistema di asilo umano.