Pat O’Hara causa morte. Pat O’Hara è stata per molto tempo la compagna dell’attore Ugo Tognazzi.

Pat O’Hara causa morte

Morì a Nizza nel 2018 all’età di 85 anni. Non sono note le cause della sua morte.

Compagno e figlio

Pat, ballerina irlandese ha conosciuto l’attore Ugo Tognazzi nel 1955 quando entrambi lavoravano nella stessa rivista, lei come ballerina. I due non si sono mai sposati, ma hanno convissuto per molti anni e dalla loro unione è nato Ricky Tognazzi, oggi attore e regista.

Proprio Ricky ha ricordato così sua madre dopo la sua scomparsa:

“È stata la mia luce, mi ha guidato sempre. È la persona che mi ha curato, educato, c’è tanto di mia madre dentro di me.” Evidenziando come la donna sia stata fondamentale anche per la crescita di sua figlia: “Mi ha sostenuto e ha sostenuto tanto mia figlia Sarah, che è cresciuta tantissimo da lei. Le sono infinitamente grato”.

Chi era Ugo Tognazzi

Figlio di un assicuratore, Ugo Tognazzi è presto costretto ad abbandonare gli studi e già a quattordici anni lavora negli stabilimenti del Salumificio Negroni. Segnato nell’estro dalle esperienze teatrali fatte sin dalla più tenera infanzia, lo troviamo ben presto impegnato nelle recite della filodrammatica cittadina, presso il Dopolavoro, attività che durante la guerra, chiamato alle armi nei ranghi della Marina, lo porterà di stanza a La Spezia, impiegato nelle attività di intrattenimento dei soldati, protagonista di piccoli spettacoli a base di barzellette e imitazioni.

Nel 1945 la passione per lo spettacolo lo induce ad abbandonare il primitivo lavoro e a trasferirsi a Milano dove partecipa a una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini, grazie alla quale viene scritturato dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1950 esordisce al cinema con un film diretto da Mario Mattoli, I cadetti di Guascogna, al fianco di Walter Chiari. Nel 1955 partecipa al film La moglie è uguale per tutti, dove peraltro non recita con la propria voce ma è doppiato da Carlo Romano. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello con cui forma una coppia comica di grande successo che dal 1954 al 1959 lavora per la Rai nel varietà Un due tre; la comicità più popolare di Ugo e quella più raffinata di Raimondo si compenetrano a vicenda con ottimi risultati comici.

Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con “I cadetti di Guascogna” di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l’altro, interpreta con successo il film “Il federale” di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film “Il mantenuto” da lui anche interpretato. La sua carriera ha un’accelerazione qualitativa per cui l’anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri (“L’ape regina”, 1963; “La donna scimmia”, 1964; “Marcia nuziale”, 1966; “La grande abbuffata”, 1973) e Dino Risi (“I mostri”, 1963; “Straziami ma di baci saziami”, 1968) e dà vita alle due fortunate serie di “Amici miei” (1975-1985) e “Il Vizietto” (1978 – 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all’italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d’oro come miglior attore al Festival di Cannes.