Ugo Tognazzi causa morte. Nato a Cremona il 23 marzo 1922 e deceduto a Roma il 27 ottobre 1990, Ugo Tognazzi è stato un attore, regista cinematografico e scrittore.

Ugo Tognazzi causa morte

Ugo Tognazzi morì nel sonno all’età di 68 anni per emorragia cerebrale, il 27 ottobre 1990, a Roma. È sepolto nel cimitero di Velletri. Vent’anni dopo la figlia Maria Sole gli dedicò il documentario Ritratto di mio padre, mentre per il centenario della nascita il figlio Ricky quello La voglia matta di vivere.

Moglie e figli

Ugo Tognazzi ha avuto diverse relazioni e quattro figli. Il figlio maggiore, Ricky Tognazzi, anche lui attore e regista, è nato nel 1955 dalla relazione con Pat O’Hara. Nel 1963 si è poi risposato con la collega norvegese Margarete Robsahm, con la quale ha avuto Thomas (1964). L’ultima importante storia d’amore della sua vita è stata con Franca Bettoja. Dalla loro unione sono poi nati i figli Gianmarco (1967) e Maria Sole (1971).

Biografia

Figlio di un assicuratore, Ugo Tognazzi è presto costretto ad abbandonare gli studi e già a quattordici anni lavora negli stabilimenti del Salumificio Negroni. Segnato nell’estro dalle esperienze teatrali fatte sin dalla più tenera infanzia, lo troviamo ben presto impegnato nelle recite della filodrammatica cittadina, presso il Dopolavoro, attività che durante la guerra, chiamato alle armi nei ranghi della Marina, lo porterà di stanza a La Spezia, impiegato nelle attività di intrattenimento dei soldati, protagonista di piccoli spettacoli a base di barzellette e imitazioni.

Nel 1945 la passione per lo spettacolo lo induce ad abbandonare il primitivo lavoro e a trasferirsi a Milano dove partecipa a una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini, grazie alla quale viene scritturato dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1950 esordisce al cinema con un film diretto da Mario Mattoli, I cadetti di Guascogna, al fianco di Walter Chiari. Nel 1955 partecipa al film La moglie è uguale per tutti, dove peraltro non recita con la propria voce ma è doppiato da Carlo Romano. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello con cui forma una coppia comica di grande successo che dal 1954 al 1959 lavora per la Rai nel varietà Un due tre; la comicità più popolare di Ugo e quella più raffinata di Raimondo si compenetrano a vicenda con ottimi risultati comici.

Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con “I cadetti di Guascogna” di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l’altro, interpreta con successo il film “Il federale” di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film “Il mantenuto” da lui anche interpretato. La sua carriera ha un’accelerazione qualitativa per cui l’anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri (“L’ape regina”, 1963; “La donna scimmia”, 1964; “Marcia nuziale”, 1966; “La grande abbuffata”, 1973) e Dino Risi (“I mostri”, 1963; “Straziami ma di baci saziami”, 1968) e dà vita alle due fortunate serie di “Amici miei” (1975-1985) e “Il Vizietto” (1978 – 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all’italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d’oro come miglior attore al Festival di Cannes.