Rischio morte da ipotermia. Sappada, una località di 1300 abitanti, appartenete fino a pochi anni fa al Veneto, ora invece al Friuli Venezia Giulia, rischiava di essere ricordata come il luogo di una tragedia, avvenuta sotto le feste natalizie e menomale che non è stato così. Ad evitare il peggio ieri 27 dicembre, la tempestiva intuizione di un passante.
E’ accaduto che in un laghetto di pesca sportiva del rifugio Ziegelhutte un cane è stato inghiottito dall’acqua dopo che lo strato superficiale di ghiaccio aveva ceduto e il padrone nel tentativo di salvare il suo animale ha rischiato la sua vita.
Rischio morte da ipotermia: la dinamica
Un uomo, il padrone di origini fiorentine si è subito messo all’opera per cercare di salvare proprio il cane tuffandosi nelle gelide acque per raggiungerlo e trarlo in salvo ma ha rischiato di morire di ipotermia in quanto non riusciva ad uscire dalle acque.
Per fortuna dell’uomo un passante lo ha aiutato porgendogli la propria cintura, ma una volta fuori il 57enne di origini fiorentine ha avuto un principio di ipotermia.
Insomma ha rischiato grosso, se l’é vista brutta e se non fosse stato per un passante che gli ha teso una mano oggi staremmo a raccontare tutt’alta storia e non a lieto fine, ma con risvolti tragici.
Rischio Morte da ipotermia: i soccorsi
Per soccorrere il padrone del cane è giunto un elisoccorso atterrato poco lontano e l’equipaggio gli ha subito fornito una coperta termica e ha messo in atto tutte le procedure del caso mentre il dottore di bordo lo ha visitato.
Il paziente sarebbe dovuto andare in ospedale per essere posto sotto osservazione ma stando a quanto riferito, la vittima, di questa vicenda finita bene, ha rifiutato il ricovero, pertanto i componenti del Soccorso alpino e Speleologico arrivati con una Jeep lo hanno ricondotto fino alla sua auto per consentire all’uomo di ritornare a casa.
Che cos’è l’ipotermia?
Ma cos’è l’ipotermia? L’ipotermia è quella condizione in cui il corpo perde calore in tempi più rapidi di quanto riesca a produrne. La condizione è clinica, quindi meritevole di intervento immediato quando la temperatura scende sotto i 35° centigradi, temperatura al di sotto della quale l’organismo non è in grado più di assicurare il corretto funzionamento del cuore, del cervello e di altri organi fondamentali.
I TEMPI DI INTERVENTO CONTRO L’IPOTERMIA
Durante un intervento solitamente la tempistica è quella che fa la differenza, anche nel caso di una ipotermia se non si interviene in tempo, essa può essere fatale.
La prima cosa da fare è tentare di alzare la temperatura corporea spostandosi se è possibile in un ambiente caldo e asciutto e togliendo gli indumenti bagnati e avvolgendosi in coperte asciutte, coprendo anche la testa e lasciando scoperto solo il volto.
COSA FARE DI FRONTE A UNA SITUAZIONE DI IPOTERMIA
E’ utile massaggiare o sfregare il corpo, bere liquidi caldi e fare impacchi caldi, sulla gabbia toracica o all’inguine, non su gambe o braccia e nemmeno sul collo.
Se è il caso di andare al pronto soccorso e qualora si riesca a raggiungerlo il prima possibile, i medici potranno intervenire con un’emodialisi o una flebo per riscaldare il sangue, oppure attraverso la somministrazione di ossigeno umidificato o con una soluzione salina calda per riscaldare alcune aree del corpo.
Quali sintomi possono essere associati all’ipotermia?
I sintomi di ipotermia sono riconducibili a brividi, nausea, capogiri, senso di confusione, respirazione molto accelerata, affaticamento e aumento della frequenza cardiaca.
Se l’ipotermia dovesse manifestarsi in modo abbastanza grave, a tutti i sintomi sopraelencati si aggiungono la diminuzione del battito cardiaco e la perdita progressiva di coscienza fin’ anche a portare alla morte.