Il pallone d’oro svedese è stato vinto da Dejan Kulusevski in questa stagione. Un premio importante per l’ex calciatore di Parma e Juventus, che ha dimostrato di poter far la differenza in Premier League riuscendo fin qui a realizzare 6 gol e 13 assist in 33 presenze stagionali. Un anno positivo sotto la guida di Antonio Conte agli Spurs, con Kulusevski che è riuscito a prendere il premio prima dell’età in cui lo prese la prima volta Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, infatti, vinse il premio per la prima volta all’età di 24 anni, due anni dopo quello dell’ex Parma. Il record di tutti i tempi sull’età lo ha stabilito Brolin nel 1991’, vincendolo a 21 anni.
Dejan Kulusevski vinner Aftonbladets Guldbollen 2022: ”Lidit mycket” https://t.co/0HK0Fj4LVf
— Sportbladet (@sportbladet) December 27, 2022
Dopo la consegna del premio, Kuluseviski è stato intervistato dal quotidiano svedese SportBladet. Ha ripercorso le varie tappe della sua carriera, parlando anche del suo passaggio dalla Juventus al Tottenham. Queste le sue parole: “Il mio periodo alla Juventus è stato molto, molto duro. Ne sono uscito più forte. Nella seconda stagione (la 2021-22, ndr) ho iniziato a dubitare di me stesso, pensando di non essere così bravo come credessi. È la cosa peggiore che possa capitare a un calciatore. Quindi ho iniziato a dubitare di tutte le decisioni prese sul campo. Adesso sono in un posto fantastico, dentro e fuori dal campo. Ci saranno anche momenti brutti. Adesso le cose vanno bene in Nazionale, le cose vanno bene nel club“.
Kulusevski: “Giocare in Premier League era il mio sogno”
Nel corso della sua intervista rilasciata al quotidiano svedese SportBladet, Dejan Kulusevski ha parlato della sua esperienza in Premier League: “In quel periodo mi sentivo come se fossi nel posto sbagliato. Sono molto felice di esserne uscito, ora sono molto più forte e ho avuto una buona stagione in Premier League, che è sempre stato il mio sogno. Era lì che volevo giocare“. In Premier tutto va molto più veloce, io avevo giocato male alla Juve e non sapevo cosa avrei fatto. Per fortuna sono arrivato in una società che sapeva chi ero, con un allenatore (Conte) che mi aveva voluto un paio di anni prima e un direttore sportivo (Paratici) che mi ha comprato alla Juventus. Sapevano di cosa ero capace. Sarò sempre grato a loro, soprattutto il primo mese mi hanno aiutato molto. Adesso, invece di avere dubbi quando gioco, so che quello che sto facendo è la cosa giusta”.
Chiusura dedicata ad Antonio Conte ed ai suoi metodi di lavoro: “È molto severo, ha molte regole. Allo stesso tempo, è molto gentile, gli importa davvero della persona dietro il giocatore. Si prende cura di tutti sul campo di allenamento, compresi i giovani. Alcuni allenatori non allenano nemmeno la squadra, ma lasciano che se ne occupino gli assistenti, lui è lì con ognuno e dà tutto ciò che ha ogni giorno. Lo ammiro”.