Idaho college omicidio: prosegue il giallo. Da due mesi le forze dell’ordine locali danno la caccia al killer che, lo scorso novembre, avrebbe ucciso quattro studenti nella loro casa poco lontana dal campus. L’unico indizio considerato valido sembrerebbe essere, per ora, la presenza di una Hyundai Elantra bianca nelle vicinanze del luogo del delitto, ripresa anche dalla bodycam di un agente di polizia intervenuto nell’area in seguito a un incidente. Sul caso sta lavorando anche l’FBI.
Idaho college omicidio: prosegue la caccia al killer
Il delitto risale ai primi giorni dello scorso novembre, quando la polizia, secondo quanto riportato all’epoca dei fatti dalla Cnn, aveva ricevuto una chiamata per una “persona priva di sensi” e aveva invece scoperto i corpi dei quattro studenti assassinati. Le vittime, tre ragazze e un ragazzo, vivevano nella stessa abitazione, a pochi passi dall’Università di Moscow, nello Stato americano dell’Idaho e, secondo quanto riportato da fonti locali, sarebbero state sorprese tra le 3 e le 4 del mattino del 4 novembre dal killer. I quattro giovani – Madison Mogen, Kaylee Goncalves, Xana Kernodle ed Ethan Chapin – erano tornati a casa da un paio d’ore dopo essere stati in giro per la città.
Xana ed Ethan avevano trascorso la serata a una festa organizzata da una confraternita, mentre Madison e Kaylee erano state in un bar, poi a cena in compagnia di un ragazzo a un food truck, dove avevano mangiato un piatto di pasta prima di rientrare in taxi. A casa l’assassino – sia il ragazzo che il tassista sono stati scagionati – si sarebbe scagliato contro i quattro, accoltellandoli. I loro corpi sono stati rinvenuti nei rispetti letti, al secondo e terzo piano della casa, mentre le altre due ragazze che dormivano al pianterreno sono sopravvissute e avrebbero poi dato l’allarme.
“È con profonda tristezza che condivido con voi che l’università è stata informata oggi della morte di quattro studenti dell’Università dell’Idaho che vivevano fuori dal campus ritenuti vittime di omicidio”, aveva fatto sapere il presidente dell’università Scott Green. “Le famiglie degli studenti sono state informate e l’università sta lavorando per assistere con le indagini della polizia”, aveva aggiunto. “Siamo grati per il sostegno della comunità e per gli sforzi in corso del Dipartimento di Polizia. L’università si impegna a sostenere studenti e famiglie in questo momento difficile”. Ma, a due mesi dalla strage che ha sconvolto la cittadina, gli inquirenti brancolano ancora nel buio e, sul caso, lavorano al momento 6 detective locali, 13 agenti e 62 agenti federali.
La polizia ha riferito di aver ricevuto oltre 7.650 tra telefonate e mail di persone che sostenevano di avere indizi e tracce concrete. Gli oltre 250 interrogatori condotti dalle forze dell’ordine hanno però portato a un nulla di fatto e, nonostante lo stanziamento di oltre un milione di dollari a supporto dell’inchiesta, non si riesce ancora a capire quale possa essere stato il movente e quale sia l’identità dell’aggressore. L’unico indizio considerato valido sembrerebbe essere la presenza di un’auto, una Hyundai Elantra bianca tra il 2011 e il 2013, nelle vicinanze del luogo del delitto alle prime ore del mattino del 13 novembre, ripresa anche dalla bodycam di un agente intervenuto nella zona in seguito a un altro incidente.
Non si sa se possa trattarsi del veicolo del presunto killer, ma gli inquirenti ritengono che il proprietario dell’autovettura possa in ogni caso fornire informazioni utili su quanto accaduto ai giovani. È caccia all’uomo, quindi, mentre prosegue la ricerca dell’arma del delitto, probabilmente un coltello molto affilato, non ancora identificato, con cui i ragazzi sarebbero stati pugnalati nel sonno, come ha dimostrato l’esame autoptico condotto sui loro corpi.