Il via libera finale della manovra slitta a giovedì 29 dicembre, con le opposizioni in rivolta per via delle tempistiche troppo strette: ecco gli ultimi aggiornamenti dal Senato, dove è terminata un’altra giornata per l’esame della nuova legge di Bilancio, con il Governo che – tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ha posto la questione di fiducia. In queste ore l’Aula del Senato ha discusso la manovra, terminando i lavori alle 17.08. A questo punto, i lavori a Palazzo Madama riprenderanno nella mattinata di domani alle 9, momento in cui ci saranno le dichiarazioni di voto.

Manovra 2023, cosa è successo nella giornata di oggi

Nicola Calandrini di FdI, in Aula al Senato ha parlato durante le prime battute della seduta di un futuro, possibile esame effettivo da parte delle due Camere.

In commissione erano stati proposti 808 emendamenti e oltre 100 ordini del giorno, tuttavia non è stato possibile concludere l’esame del provvedimento con il voto del mandato ai relatori. Si è cercato di assicurare comunque un dibattito ampio in un quadro in cui è comunque prioritaria l’approvazione evitando l’esercizio provvisorio. C’è l’impegno, a partire dai prossimi provvedimenti di superare questa prassi e rendere possibile ad entrambi i rami del Parlamento l’esame effettivo.

Nel frattempo, l’ex premier e senatore a vita Mario Monti ha annunciato la propria astensione sul voto relativo alla legge di Bilancio, imputando la decisione ad alcuni aspetti “in chiaroscuro”.

Il mio voto, quando verrà il momento, sarà di astensione. Molto chiaro e nitido è l’intendimento, sorprendente fino a un paio di mesi fa a chi cercasse di prevedere l’atteggiamento di questo governo, verso la prudenza finanziaria e molto scuro è un altro aspetto, quello che attiene all’aspetto di distribuzione, fiscalità e futuro dell’economia.

Manovra, aggiornamenti dal Senato. L’affondo di Cottarelli: “Come non fare una legge di Bilancio”

Le opposizioni fanno sentire la propria voce su una manovra di Bilancio che sta facendo discutere per le proprie tempistiche. Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione, attacca il governo, reo di aver ridotto il Senato “a mero passacarte“.

Come era prevedibile, la Legge di bilancio arriva nell’aula del Senato senza che sia stato conferito il mandato al relatore. E questo per i tempi troppo stretti con cui la Commissione Bilancio – che solo nel pomeriggio di ieri ha ricevuto la relazione tecnica – ha dovuto affrontare l’esame della Manovra. Il Senato è stato ridotto a mero passacarte: si va verso una fiducia blindatissima, con buona pace del rispetto del Parlamento. Dal bicameralismo perfetto siamo passati al monocameralismo imperfetto, visto che neppure la Camera dei Deputati ha avuto il tempo di esaminare decorosamente la legge più importante dell’anno.

Ancor più dura la presa di posizione di Carlo Cottarelli, con il senatore del Pd che durante la discussione generale ha parlato di una manovra che “finirà nei manuali su come non fare una legge di Bilancio”, soprattutto per quanto riguarda la questione fiscale.

Questa legge di bilancio ha tanti problemi. Il rapporto inviato dal presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti al Parlamento sull’evasione fiscale ci dice che, nonostante il miglioramento negli ultimi anni, l’evasione rimane ancora molto alta, e ci dice anche che l’evasione fiscale per i lavoratori dipendenti è il 3% mentre per gli autonomi e i redditi d’impresa è del 65%: una differenza abissale. Mi sarei aspettato che il ministro dell’Economia convocasse i migliori esperti per avere in legge di bilancio delle soluzioni sulla lotta all’evasione fiscale, come si era fatto in passato. Noi non pensiamo che la pressione fiscale vada aumentata ma va distribuita più equamente. E in questa legge di bilancio non ho trovato niente su questo, anzi, c’è una parte molto corposa su come dare vantaggi a chi le tasse non le paga.