Ha fatto discutere la posizione della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobilismo) che si è esposta sui messaggi politici e religiosi che vengono espressi da piloti e membri delle scuderie.

La Federazione ha evidenziato che, facendo parte del codice etico CIO, tutte le dichiarazioni che non saranno strettamente sportive dovranno essere preventivamente approvate, pena sanzioni commisurate. Questa la scelta della FIA, decisione che non è passata inosservata dopo i Mondiali di calcio in Qatar, dove la FIFA aveva impedito ai giocatori di indossare la fascia arcobaleno.

Non bisogna tornare troppo indietro con gli anni per vedere piloti prendere posizione: Hamilton e Vettel hanno combattuto contro le discriminazioni razziali e ambientali e sicuramente la scelta della Federazione gli farà storcere il naso.

A tessere le lodi della novità c’è invece Zak Brown, che in un’intervista a ESPN ha dichiarato.

Alcune battaglie sono davvero valide, altre controverse e polarizzanti. Noi in linea generale vogliamo essere uno sport che fa del bene ed è necessario trovare un equilibrio, per fare in modo che ogni gara non sia una piattaforma per un programma politico per qualcuno. Trovo che possa non essere salutare, perché può sminuire il motivo per il quale tutti sono sintonizzati, ovvero quello di assistere a un Gran Premio. Sono contento che la FIA abbia lasciato la porta aperta a piloti e team, se c’è una questione che vogliono discutere. Non era un generico ‘non potete farlo’, ma piuttosto ‘non potete farlo senza il nostro permesso‘. A tutti è concessa la libertà di parola, ma a volte la situazione è andata fuori controllo con tutti quei messaggi. I piloti possono fare queste cose nel loro tempo libero, quindi è diritto di F1 e FIA imporre un codice etico durante i weekend di gara“. E ha concluso: “Penso che stiamo cercando di evitare di trasformare la F1 in uno sport politico. Andiamo a correre e rispettiamo i luoghi in cui stiamo correndo“.