A Malpensa torna il tampone preventivo per i passeggeri in arrivo dalla Cina. La misura è immediatamente valida e resterà in vigore fino al 30 gennaio 2023. Lo comunica lo stesso aeroporto con un avviso pubblicato sull’home page del suo sito, in cui si rimanda per ulteriori informazioni al sito del ministero degli Esteri “Viaggiare sicuri”. Le notizie preoccupanti che filtrano dalla Cina sull’epidemia di Covid dopo l’allentamento delle restrizioni – almeno 5mila morti e oltre un milione di contagi al giorno secondo le stime della società di ricerca britannica Airfinity – fanno scattare l’allarme anche in Italia. Chi atterra dunque nello scalo milanese da un volo proveniente dal paese asiatico verrà sottoposto in aeroporto al tampone per la ricerca di Sars-Cov-2. E mentre il Giappone imporrà da venerdì 30 dicembre test Covid ai visitatori provenienti dalla Cina continentale, l’Ue per ora sta alla finestra e non prevede di tornare a misure di contenimento per chi viaggia.

Nello scalo milanese torna il tampone per i passeggeri in arrivo dalla Cina. Servirà per sequenziare eventuali nuove varianti. Cosa sta succedendo

Regione Lombardia richiede un tampone molecolare a chi arriva in volo a Malpensa dalla Cina, tampone che comunque non è obbligatorio: si tratta infatti di una misura di prevenzione che serve anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico. Ieri, 27 dicembre, sono stati eseguiti 90 tamponi e oggi si avranno i primi risultati sul sequenziamento. Ma un’immediata reazione per evitare una nuova ondata di contagi è richiesta da alcuni virologi, come Matteo Bassetti: “A distanza di tre anni siamo in una situazione in cui non avrei mai immaginato di trovarmi – dice il direttore della Clinica di malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Se vogliamo evitare di riprendere un Sars-CoV-2 mutato dobbiamo intervenire subito: servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare. Sarebbe una misura che dovrebbe prendere, non l’Italia da sola, ma tutta l’Europa. E non per un mese, ma per 6″. “Non sono mai stato allarmista – aggiunge Bassetti – ma ora dico che dobbiamo alzare una barriera per proteggerci da quanto sta accadendo in Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid senza precedenti e su cui c’è censura”. Sulla stessa linea Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia e statistica medica all’Università Campus Biomedico di Roma: “È antiscientifico e incomprensibile che la Cina non dia i dati sul Covid, ma è grave anche il silenzio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) su questa scelta. Non vogliono sapere cosa stia realmente succedendo”. A fronte di questo comportamento “sarebbe necessario introdurre in Italia tamponi molecolari a chi arriva dalla Cina, soprattutto in vista del capodanno cinese”, conclude. Le autorità di Pechino, secondo l’epidemiologo, avrebbero commesso un errore dopo l’altro: “prima un lockdown stretto con un virus in cui il contagio zero non esiste. Quindi, dopo le proteste, hanno aperto ed eliminato controlli in modo indiscriminato come nessun altro Paese ha fatto. A questo si aggiunge il fatto che hanno un vaccino a vettore virale con una copertura del 60 percento rispetto alla malattia grave a fronte di una copertura che supera il 90 percento con i vaccini a mRna. E soprattutto, questo vaccino lo hanno dato solo a giovani e adulti in età lavorativa, mentre tra gli 50 anni il tasso di vaccinazione è bassissimo”.

Il governo cinese riapre le frontiere ed emette passaporti

Nel mentre il governo cinese ha annunciato che ricomincerà a rilasciare nuovi passaporti. L’Amministrazione nazionale cinese per l’immigrazione ha dichiarato che dall’8 gennaio inizierà ad accettare le domande per i passaporti ordinari per turismo e che riprenderà a rilasciare l’approvazione per i viaggiatori cinesi che si recano a Hong Kong per turismo e affari. La Cina aveva bloccato l’emissione di passaporti all’inizio della pandemia di Covid-19, all’inizio del 2020, nell’ambito delle severe misure contro la diffusione del coronavirus, e ha cercato di impedire a studenti, uomini d’affari e altri viaggiatori di recarsi all’estero. Il paese asiatico aveva inoltre bloccato i viaggi per turismo, imponendo la quarantena obbligatoria per gli uomini d’affari e le altre persone ammesse, ma lunedì ha annunciato che dall’8 gennaio non imporrà più la quarantena per gli arrivi dall’estero.