La Bce spaventa ancora i mercati, questa volta quello dei titoli di Stato, i cui rendimenti in tutta Europa sono schizzati verso l’alto con alcuni ‘boom’ frutto di forte speculazione. Dopo il lungo week end natalizio il timore è infatti che la Banca centrale insista ancora nel rialzo dei tassi, con l’attenzione degli operatori rivolta al prossimo vertice della Bce di inizio febbraio e una scommessa ormai chiara su un aumento di mezzo punto percentuale. La giornata è stata così di forte tensione su tutti i titoli di Stato europei, con il Bund tedesco a 10 anni che è salito di 13 punti base oltre il 2,5%, sui livelli più alti degli ultimi dodici anni, mentre il Btp italiano ha segnato una crescita al 4,6% ai massimi da ottobre.
Lo spread resta stabile su quota 209, ma i timori per la politica della Bce, compreso il programma di riduzione degli acquisti di bond ‘sovrani’, si evidenzia soprattutto nei titoli a due anni, i più sensibili al mercato: il bond francese con questa scadenza è esploso di 44 punti base, mentre quello tedesco è salito di 14 e il Btp di 5 ‘basis point’. Il boom del prodotto di Parigi è avvenuto soprattutto nel finale della seduta, mentre il titolo italiano tiene sfruttando il residuo ‘ombrello’ assicurato ancora dalla Banca centrale europea. Una Bce che in un’intervista nel giorno di Santo Stefano il presidente della Banca olandese Klaas Knot disegna ovviamente ancora come ‘falco’.
Secondo Knot, da sempre su posizioni aggressive, la Bce continuerà ad aumentare i tassi perché “il rischio che facciamo troppo poco è ancora il rischio maggiore: siamo solo all’inizio del secondo tempo” della partita. Una linea confermata, anche se con toni più morbidi, dal vice presidente Louis de Guindos, secondo il quale “ci saranno ulteriori, necessari rialzi dei tassi fino a quando l’inflazione non sarà di nuovo sulla strada per avvicinarsi al nostro target del 2%”. Dopo una recessione leggera a fine 2022 e inizio 2023 “ci attendiamo che l’economia torni a tassi positivi di crescita dal secondo trimestre 2023 e che così prosegua nel 2024 e nel 2025”, aggiunge de Guindos.