Non si placano le manifestazioni di protesta in favore di Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41 bis e da più di due mesi in sciopero della fame nel carcere di Sassari. Dopo la sospensione del processo di secondo grado, nel quale il leader della Federazione anarchica informale (Fai) rischia l’ergastolo, in tutta Italia si stanno moltiplicando le iniziative per supportarlo. L’associazione Nessuno tocchi Caino ha lanciato una mobilitazione con sciopero della fame a staffetta, mentre gli attivisti dei diritti umani Delfina Unno Pastalunghi e Umberto Baccolo hanno organizzato una maratona oratoria, trasmessa in streaming anche da Radio Radicale.

Alle manifestazioni, per lo più organizzate da gruppi anarchici con l’aderenza di movimenti della sinistra radicale, stanno partecipando anche avvocati penalisti, come Caterina Calia e Carlo Taormina, docenti universitari e studiosi del diritto, operatori del carcere ed ex detenuti. Tutti in coro nel chiedere la cessazione del regime di carcere duro di Cospito e nel richiamare l’attenzione sul caso: nel mirino dei manifestanti l’applicazione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, ritenuti in contrasto con la Costituzione e con il principio della rieducazione della pena.

Manifestazioni Cospito, la storia del leader della Federazione anarchica informale

Proprio in questo dicembre, Alfredo Cospito è stato sottoposto nuovamente dal tribunale di sorveglianza di Roma all’ergastolo ostativo e al carcere duro del 41 bis, per i prossimi quattro anni. Si trova recluso in isolamento dopo una condanna a venti anni in primo grado per una serie di attentati rivendicati tra il 2003 e il 2016, tra i quali l’aver sparato alle gambe a Roberto Adinolfi, manager dell’Ansaldo, nel 2012 a Genova. La giustizia sarà presto chiamata a decidere sulle circostanze attenuanti che potrebbero evitargli di passare il resto della vita in carcere.

Cospito è il primo anarchico al quale viene applicato il regime del carcere duro. I reati di cui è accusato sono principalmente due: il primo è la gambizzazione dell’ad di Ansaldo, per il quale è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Il secondo è il piazzamento di due ordigni esplosivi nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, provincia di Cuneo, che non avevano provocato vittime.

Il passaggio di Cospito al 41 bis è stato stabilito nell’aprile 2022: dopo sei anni trascorsi in regime di alta sicurezza, a condannarlo è stato un decreto del Ministero della Giustizia. La motivazione di questa scelta è da ricercare, per i magistrati di Torino, negli scambi epistolari intercorsi tra Cospito e altri membri dei gruppi anarchici, per mantenersi in contatto con l’organizzazione.

Riconosciuto come capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo, Cospito è stato condannato a 20 anni di reclusione sia in primo che in secondo grado. Nel mese di luglio 2022 la Cassazione ha però deciso di riformulare l’accusa nei suoi confronti: si è passati dal reato di “strage” all’accusa di “strage contro la sicurezza dello Stato”, reato per il quale è previsto l’ergastolo ostativo.

In protesta contro il regime carcerario del 41 bis, dal 20 ottobre Cospito ha iniziato uno sciopero della fame. Sciopero che lo ha portato a perdere oltre 20 chili, come confermato dalla dottoressa incaricata di verificare le sue condizioni di salute.