Scuola digitale: a che punto è il processo di trasformazione della scuola italiana? Le tecnologie possono favorire il successo degli allievi, e sono il mezzo col quale avvicinare e trattenere gli studenti. Ne abbiamo parlato con la dirigente scolastica Enza Mione, ad Open Day, su Radio Cusano Campus. “La scuola ha compreso le potenzialità delle tecnologie, per questo ha come obiettivo quello di garantire il successo dei ragazzi utilizzando linguaggi chiari per loro. Quando negli anni ’60 sono usciti i primi serial eravamo capaci di aspettare una settimana per vedere come andava a finire. Oggi i ragazzi fanno le maratone notturne e vogliono tutto su piattaforma e vedere subito come vanno a finire le storie. Idem coi messaggi vocali, li ascoltano a velocità raddoppiata, se la scuola non fornisce loro questi strumenti rischia di perdere l’occasione – ha detto Mione – la tecnologie nasconde insidie che bisogna decodificare. Non possiamo utilizzare vecchi linguaggi, i ragazzi non li accettano più. E infine, non è possibile pretendere il successo da uno studente forzandoli a fare cose che non sanno fare.”
Scuola digitale: l’esempio del teatro virtuale come esperienza educativa, di successo
La dirigente dell’Istituto Tecnico ed Economico e Tecnologico Girolamo Caruso di Alcamo, e direttrice dei corsi dell’Istituto Tecnico Superiore Fondazione Emporium del Golfo di Alcamo, ha raccontato gli istituti che dirige come una realtà che forma gli studenti e i docenti unica e indispensabile sul territorio. “Ormai è tutto robotizzato, non esiste più l’agricoltore di una volta, pertanto dobbiamo imparare a far funzionare queste macchine tecnologiche, e ascoltare le passioni dei ragazzi. Il cinema, ad esempio, non si costituisce soltanto di attori, ma di tecnici, scenografi. Col teatro virtuale è consentito ai ragazzi di esprimersi con la recitazione: alcuni sarebbe meglio non interrogarli in italiano, ma se devono interpretare una pièce vale la pena ascoltarli. E’ tempo di personalizzare i curriculum, non esiste educazione valida per tutti, come non esiste una cura valida per tutti gli ammalati. Ogni persona ha diritto ad un percorso che soddisfi le sue reali potenzialità e le ambizioni.”