Un’improvvisa inondazione, ha investito la Giordania nella giornata di ieri, 26 Dicembre 2022, creando anche situazioni di emergenza.

Una delle zone più colpite è stata la località archeologica di Petra dove un’improvvisa fiumana di acqua ha investito gli stretti passaggi scavati nella roccia. Circa 1.700 visitatori sono stati allontanati dai servizi di emergenza dal sito patrimonio dell’umanità.

Da giorni infatti una violentissima ondata di maltempo ha colpito la Giordania con copiose piogge che hanno causato danni e disagi in diverse zone del Paese.

Secondo quanto riferito dai media locali, a causa delle forti piogge l’acqua delle montagne circostanti si è riversata in poco tempo nella città situata nel sud del regno, trascinando via tutto e rendendo impossibile percorrere strade e sentieri.

Alcuni video postati sui social mostrano un fiume d’acqua che si riversa improvvisamente nella stretta gola all’ingresso del tempio di Petra mentre altri video amatoriali di chi era sul posto mostrano l’evacuazione dei turisti tramite mezzi fuoristrada mentre una colata di acqua e fango invade la gola tra le montagne dove si trova la città di Petra.

Fortunatamente non ci sono stati morti anche se nella vicina città di Maan, tre persone sono rimaste ferite dopo che un minibus è stato spazzato via dall’acqua. L’autorità regionale per lo sviluppo e il turismo di Petra ha dichiarato:

“Il governo giordano ha evacuato circa 1.700 turisti a Petra a causa delle forti piogge”.

Il sito, per quanto sia posto in una zona desertica, è soggetto periodicamente ad alluvioni che inondano la vallata, nonostante siano stati costruiti una serie di accorgimenti con canali di scolo. Una decisione presa dopo la precedente alluvione nel 2018 che causò la morte di sette persone nella stessa zona.

Inondazione Giordania: le condizioni meteorologiche

Il direttore del dipartimento meteorologico giordano, parlando con l’agenzia di stampa locale, ha affermato che nei prossimi giorni le piogge nell’area continueranno con possibili rischi per le conseguenti inondazioni.

Altre inondazioni sono state segnalate nella zona di Amman, sulla sponda del Mar Morto e nei pressi della costa del Mar Rosso. Le autorità hanno chiesto agli automobilisti in viaggio in località desertiche di mantenere la massima vigilanza e di seguire le istruzioni impartite dalle autorità.

Oggi le condizioni meteorologiche si sono stabilizzate. Il premier Bisher Khasawneh, riferisce la agenzia di stampa Petra, ha tuttavia dato istruzione ai servizi di emergenza di mantenere ancora un elevato stato di allerta e di prestare assistenza, se necessario, ai turisti.

Già nel 2018 il sito della Giordania era stato interessato da un’inondazione importante che aveva causato 13 morti e costretto 4mila persone a evacuare

La diga che protegge “il Tesoro” 

La precedente alluvione che colpì Petra risale al 1963, quando 22 turisti francesi e una guida locale furono uccisi dal rapido aumento delle acque. In risposta, il Dipartimento delle Antichità della Giordania ha costruito una diga per impedire all’acqua di entrare nel canyon che porta ad Al-Khazneh (il luogo dove si trova la città, chiamato anche il Tesoro). 

Nel 2014 è stato installato il sistema di allarme come protezione aggiuntiva, con sirene impostate per suonare quando l’acqua di piena supera un certo livello.

Petra è infatti una città scavata nelle colline di arenaria contenente le camere funerarie dei Nabatei, una tribù di ricchi commercianti la cui civiltà fiorì tra il 200 a.C. e il 100 d.C. 

Divenne la capitale nabatea, essendo situata sulle principali rotte commerciali e ideale per riscuotere pedaggi sulle carovane che trasportavano incenso e mirra. La città risale al 400 a.C. circa quando i Greci tentarono di invaderla nel suo primo riferimento documentato nella storia. Finora quest’anno, è stata visitata da più di un milione e mezzo di turisti.