Dieta mediatica. L’Italia è un paese che ha una forte passione per la comunicazione. La televisione è una parte importante della vita di molti italiani, che trascorrono ore davanti allo schermo. Le statistiche mostrano che gli italiani trascorrono molto più tempo a guardare la televisione rispetto ad altri paesi europei.
Inoltre, gli italiani sono entusiasti di guardare programmi televisivi e film. La maggior parte dei programmi televisivi preferiti dai telespettatori italiani sono serie tv, film, notiziari e programmi di intrattenimento. La maggior parte delle persone guarda anche programmi televisivi e film tramite servizi di streaming come Netflix e Prime Video.
Gli italiani sono anche grandi fan dei social media. La maggior parte delle persone trascorre molto tempo su piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e altre. Secondo recenti ricerche, gli italiani sono tra i maggiori utenti di social media in Europa.
Dieta mediatica, il consumo dei media nel tempo
Il 16 dicembre 2022 il Censis ha pubblicato il 18° Rapporto Censis sulla Comunicazione che colma la lacuna di quanto non reso disponibile nel capitolo dedicato a “Comunicazione e Media” del 56° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2022.
Analizzando i dati sull’evoluzione dei consumi mediatici degli italiani dal 2007 al 2022 è emersa una fotografia interessante che proviamo a riassumere nel seguito di questo articolo. Nel 2022 la fruizione della televisione rimane pressoché stabile: la guarda complessivamente il 95.1% degli italiani.
Ma la percentuale dell’utenza è il saldo tra la contrazione del numero di telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: -3.9% rispetto al 2021), una lieve crescita della tv satellitare (+1.4%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv aumentano al 52.8% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione: +10.9% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 34% di oggi. La radio appare sempre più ibrida, continuando a dimostrarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione dei sistemi mediatici di infotainment.
Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79.9% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale si attesta al 48,0% di utenza (-0.8% rispetto al 2021), l’autoradio sale al 69% (4.6 punti percentuali in più, un incremento evidentemente legato alla cessazione delle limitazioni alla mobilità precedentemente imposte a causa dell’emergenza sanitaria), l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc è stabile al 20.4% e la fruizione del mezzo attraverso lo smartphone diventa sempre più rilevante: lo fa il 29.2% degli italiani (+5.4% in un anno).
Per i media a stampa, invece, si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, ridottisi al 25.4% nel 2022 (con una differenza pari a -3.7% in un anno e a -41.6% in quindici anni). Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1.6%) e dei mensili (-0.6%). Gli utenti dei quotidiani online invece aumentano al 33,% degli italiani (+4.7% in un anno), un numero comunque inferiore a quanti utilizzano i siti web d’informazione generici (il 58.1%: +4.3%).
Il numero degli italiani estranei ai mezzi a stampa ha raggiunto la quota del 57%. Le persone che basano la propria dieta mediatica prevalentemente, o del tutto, sui mezzi stampa, passa dal 24.9% del 2009 al 7.6% nel 2021. Un vero e proprio crollo.
Pochi i lettori di libri e di e-book. Dopo un breve arresto dell’emorragia di lettori di libri osservato nel 2021, gli italiani che oggi leggono libri cartacei sono il 42.7% del totale (-0.9% rispetto allo scorso anno e -16.9% rispetto al 2007). La flessione è solo parzialmente compensata dall’aumento dei lettori di e-book, pari oggi al 13.4% degli italiani (+2.3%).
Tra il 2021 e il 2022 si registra ancora un forte aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’88% di utenza, con una differenza positiva di 4,5 punti percentuali), mostrando una perfetta sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88%: +4.7%). Lievitano complessivamente all’82.4% gli utenti dei social (+5.8% in un anno).
Massimiliano Valentini