È fissata per questo pomeriggio a Palazzo Chigi la riunione tecnica degli uffici legislativi sul nuovo decreto Sicurezza, il primo dell’era Meloni, messo a punto con un lavoro coordinato della premier e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – capo di gabinetto all’epoca dei decreti Salvini -, che ha già mostrato il suo pugno duro nel caso dei rave party. Si va dalle baby gang al codice di comportamento per le Ong che effettuano salvataggi in mare, passando per l’uso del taser – pallino del sottosegretario leghista Nicola Molteni – fino all’inasprimento delle pene nel contrasto alla violenza contro le donne. Dopo l’esame della bozza, l’approvazione potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, nel corso della riunione dell’esecutivo in programma per domani o, al massimo, in quella della prossima settimana.
Nuovo decreto sicurezza: ecco cosa prevede
Già nel programma elettorale, la coalizione di centrodestra aveva inserito l’approvazione di un nuovo decreto Sicurezza. Saranno ora i capi degli uffici legislativi dei dicasteri coinvolti (Interno, Giustizia, Esteri, Infrastrutture e Lavoro) a mettere a punto gli ultimi dettagli della bozza, prima dell’eventuale approvazione finale. La premier ha chiesto massima condivisione per arrivare a un testo che rispecchi le indicazioni della maggioranza, senza escludere che alcune disposizioni – ad esempio quelle che riguardano la protezione delle donne – possano essere votate anche dai partiti di opposizione. Certamente il punto più discusso è quello che riguarda le attività delle Ong.
La volontà del Governo è, in questo senso, quella di restringere in maniera drastica la loro possibilità di intervento in mare. La linea del ministro Piantedosi sul tema non è del resto nuova ed è stata più volte ribadita anche dalla premier: “Non ostacoleremo il soccorso dei naufraghi – ha detto -, ma non consentiremo alle navi di rimanere per giorni in mare. In questo modo garantiremo anche ai migranti di poter essere subito assistiti”. Secondo quanto previsto dalle nuove norme, chi soccorre le imbarcazioni in difficoltà potrà compiere solo un salvataggio alla volta, seguendo le istruzioni della Guardia costiera, allertando immediatamente le istituzioni competenti e chiedendo contestualmente l’approdo in un porto sicuro. Una volta soccorsi, i naufraghi dovranno poi essere informati a bordo della possibilità di effettuare la richiesta di asilo, in modo da attivare la procedura di ricollocazione. Chi non rispetterà le regole, andrà incontro a sanzioni durissime: multe salate e sequestro della nave.
Altro tema caro al Governo è infatti quello dell’inasprimento delle pene, con l’obiettivo di potenziare le attività di prevenzione ed impedire che persone già segnalate possano compiere atti di violenza, nello specifico contro le donne. Nella bozza del decreto si prevede l’ampliamento dei casi in cui il questore può emettere un provvedimento di ammonimento, in particolare per gli stalker, per esempio interdicendo il divieto di soggiorno e di avvicinamento nei luoghi frequentati dalla vittima in situazioni di pericolo. Forze dell’ordine e presidi sanitari avranno inoltre l’obbligo di informare le vittime sui centri antiviolenza che si trovano sul territorio e dovranno provvedere alla loro sistemazione in una delle strutture competenti, qualora ne facciano richiesta.
Per combattere il fenomeno delle baby gang è stato invece deciso di ampliare l’applicazione del daspo anche ai minori, purché abbiano compiuto 14 anni: la misura sarà presa nei casi più gravi, prevedendo l’interdizione alla frequentazione di alcune aree, come avviene già per i maggiorenni. E, sulla falsariga del provvedimento adottato dopo l’omicidio di Willy Montero – massacrato a calci e pugni nel settembre 2020 a Colleferro – anche chi ha meno di 18 anni potrà subire l’interdizione a entrare nei locali pubblici e stare nei luoghi della movida. Spazio anche al divieto di utilizzo del cellulare e altre apparecchiature elettroniche per coloro che si macchino di bullismo via web. Tra le misure messe a punto c’è, infine, quella sull’uso del taser, la pistola elettronica che le forze dell’ordine usano già come strumento di dissuasione, in tutte le situazioni più ad alto rischio, anche nei piccoli Comuni, dove attualmente non era stato previsto come dotazione per poliziotti e carabinieri.