L’emergenza rifiuti a Roma si aggrava dopo le feste. Dalle periferie e semiperiferie le cartoline sono le stesse: acchetti della spazzatura abbandonati fuori dai cassonetti che debordano. Nei quartieri lontani dal centro le situazioni più difficili. I motivi della mancata raccolta, oltre ovviamente al naturale incremento della produzione di spazzatura dovuta alla tre giorni natalizia, provano a fornirli gli operatori di Lila. Non sono un sindacato, ma da anni ormai rappresentano un punto di riferimento nel fornire una visione chiara di quanto accade in città, provando ad avanzare anche possibili soluzioni. “Le deplorevoli e indecenti immagini  di oggi, in realtà sono quelle di tutti gli anni”, spiegano aggiungendo quindi le cause: “la concomitanza con la chiusura degli impianti al Nord, il fermo dei trasporti, l’insufficienza delle nostre trasferenze e la eccezionale produzione di indifferenziata sono le cause di questo spettacolo”. Gli accordi per aumentare il personale nei festivi con bonus e/o premi di risultato non hanno portato miglioramenti ma la situazione tra oggi, 27 dicembre, e domani, 28, dovrebbe tornare alla normalità, con interventi in strada e la riapertura degli impianti del nord. 

Emergenza rifiuti a Roma, si torna ai livelli pre-Covid con possibile aumento della Tari 2023

A Roma si torna a produrre rifiuti in una quantità che era quella prima del Covid. Il dato emerge dal rapporto pubblicato dall’Ispra sui rifiuti urbani. La Capitale, nel 2022, ha fatto segnare un incremento degli scarti prodotti in città che è stato del 4 percento in più rispetto agli anni precedenti. Nel 2019 i rifiuti della capitale erano pari ad 1,69 milioni di tonnellate. Sono scesi durante il periodo pandemico e sono tornati ad aumentare, sfiorando nuovamente la quota di 1,6 milioni nel 2021. La riduzione nella produzione dei rifiuti, anche per la chiusura delle attività commerciali durante i vari lockdown, aveva portato un beneficio economico all’amministrazione. Meno rifiuti aveva significato meno costi di gestione con buona pace dei romani che si erano trovati a dover pagare una Tari più bassa. Oggi il ritorno ai livelli pre-Covid nella produzione d’immondizia comporterà pertanto anche il conseguente aumento della relativa tassa. I romani, inoltre, devono pagare anche il dazio legato all’assenza d’impianti per il trattamento e la gestione dei rifiuti che, giocoforza, finiscono in larga parte per essere portati in discariche ed inceneritori fuori dal perimento cittadino e regionale. Non è un caso infatti che il Lazio sia la seconda regione d’Italia, dopo la Campania, nella classifica legata all’export dei rifiuti urbani. Il fenomeno dell’esportazione di rifiuti è quindi direttamente collegato all’assenza d’impianti per il trattamento che affligge la capitale. Un gap che l’amministrazione, con il piano rifiuti annunciato lo scorso agosto, ha deciso di colmare attraverso la costruzione di due impianti per le frazioni secche differenziate ed altri due destinati alla frazione organica. Prima però questi impianti vanno costruiti. Perchè nel frattempo la loro assenza, collegata al ritorno ai livelli pre covid nella produzione dell’immondizia, ha un peso. E quindi anche un costo che si traduce in un prevedibile incremento della tassa sui rifiuti per residenti e commercianti. 

La situazione nelle periferie

Osservata speciale Tor Bella Monaca. Qui, lo scorso 19 Dicembre, è stato presentato e inaugurato il maxi cassonetto. Doveva sostituire 15 secchioni, evitare l’intervento delle squadre ragno dunque gli accumuli all’esterno. Ogni cassonetto raggiunge i 13mila litri di capienza ed è dotato di 6 “bocche di conferimento” del rifiuto tramite sportelli in lamiera. La sperimentazione è stata studiata da Ama in coordinamento con Roma Capitale per un investimento di 12 milioni di euro. Una volta a regime, saranno mille i cassoni carrabili a disposizione della città, con 40 mezzi speciali per il loro trasporto. A giudicare dalle immagini di questi giorni, però, si può parlare di fallimento. Sì, perché sui social fioccano post di sacchetti della spazzatura e video dei “ragni” in azione per raccogliere quanto gettato all’esterno della mega struttura.