Nella sera di Santo Stefano, di lunedì 26 dicembre 2022, è morto Nicola Signorello, senatore della Democrazia Cristiana per 5 legislature (V, VI, VII, VIII, IX). Il politico era nato a San Nicola Da Crissa (in provincia di Vibo) il 18 giugno 1926 e aveva 96 anni. Inoltre, era stato Ministro del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo nel governo Rumor tra luglio 1973 e marzo 1974, e della Marina Mercantile con Cossiga Premier tra marzo e ottobre 1980, nonché Presidente della Commissione di Vigilanza Rai (1983-1985). Dal 31 luglio 1985 al 10 maggio 1988 aveva ricoperto anche la carica di sindaco di Roma. Il suo ritiro dalla vita politica è avvenuto nel 1989 ed è stato Presidente del Credito Sportivo. Giulio Andreotti aveva messo a segno quest’ultimo colpo per completare il gigantesco mosaico delle nomine bancarie. SIgnorello era stato nominato ai vertici dell’Istituto per il Credito Sportivo, banca che fa capo al Coni, alla BNL e altri istituti pubblici.
A dare la triste notizia sono stati i figli Domenico e Clemente con una nota. Sua moglie era Francesca Busiri Vici, nata nel 1930 e morta nel 2006. Apparteneva a un’illustre famiglia romana di architetti. La sua salma è stata tumulata nella tomba di famiglia a San Nicola da Crissa.
La comunicazione della morte dell’ex primo cittadino di Roma, arriva dopo l’annuncio della morte di Franco Frattini, ex Ministro degli Esteri con Berlusconi e Presidente del Consiglio di Stato. Ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 gennaio 2022, è deceduto durante la Vigilia di Natale sabato 24 dicembre 2022, all’età di 65 anni. Dopo la Camera Ardente aperta ieri dalle ore 11.00 alle ore 19.00 nella Sala Pompeo di Palazzo Spada, i funerali di Stato verranno eseguiti quest’oggi a Palazzo Spada a Roma, alle ore 11.30.
È morto Nicola Signorello chi era l’ex sindaco di Roma, presente nei governi Rumor e Cossiga. L’impegno per la Democrazia Cristiana
Signorello era laureato in Giurisprudenza ed era entrato in giovane età nella Democrazia Cristiana. Dapprima eletto Consigliere provinciale di Roma nel 1952, è stato poi rieletto nel 1956. Dal 1960 al 1965 ha guidato la provincia di Roma ed è stato primo Presidente democristiano da 1948 dopo due giunte di sinistra a guida comunista.
Nel corso del suo mandato era stato oggetto di numerose critiche, specialmente da parte del Partito Socialista Italiano, per via della sua eccessiva cautela nell’amministrare il Campidoglio. Gli era stata infatti rimproverata una gestione immobilista della città. Per l’attenzione data al cerimoniale gli era stato dato il soprannome di “Pennacchio“. Sebbene non sia stato apprezzato particolarmente dal PSI, dall’altro versante, aveva guadagnato il rispetto degli avversari politici. Difatti, Nicola Signorello aveva delle scrupolose attenzioni nei riguardi dell’opposizione dell’allora Partito Comunista Italiano, così come un’indiscussa integrità morale.
A piccoli passi – Storie di un militante dal 1943 al 1988, di Nicola Signorello
L’unica opera scritta di Nicola Signorello è “A piccoli passi – Storie di un militante dal 1943 al 1988, Roma, Newton Compton Editori, 2011. Racconta gli oltre sessant’anni trascorsi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla Liberazione dell’Italia.
Con questa pubblicazione, l’autore aveva ripercorso il cammino di un giovane calabrese, Nicola Signorello. Come molti ragazzi, anche lui era uscito dalla drammatica esperienza del conflitto mondiale, vivendo in seguito, il periodo più straordinario della ripresa nazionale. Arrivato a Roma per gli studi universitari in Legge, Signorello ha avuto il piacere da subito di essere coinvolto nell’attività del movimento giovanile della Democrazia Cristiana Romana. A quei tempi, giovani democristiani e coetanei comunisti non pensavano ai rischi in cui andavano incontro e vivevano la politica come scelta di vita.
A piccoli passi – Storie di un militante dal 1943 al 1988, è stato pubblicato nel 2008, ed è una biografia che vuole offrire in particolare, attraverso una documentazione fotografica e documentaria, aspetti della vita italiana sconosciuti, che possano aiutare a fare capire meglio le difficoltà e i problemi affrontati dall’Italia durante il proprio percorso. Vuole spiegare come, nonostante le crisi, si raggiungano un rango e un ruolo forse inimmaginabili nei primi anni del Dopoguerra.