Oltre all’impennata dei costi con cui tutti facciamo i conti (generi alimentari e bollette), gli aumenti riguardano anche il prezzo dei voli e in maniera particolare il mese di dicembre se confrontato agli altri mesi del 2022 e al periodo pre-pandemia. Un biglietto medio per una destinazione nazionale o estera, infatti, nell’ultimo mese di quest’anno è costato 122,4 euro, più 25 percento rispetto a tre anni fa ma anche un più 13 percento rispetto all’anno scorso.

Aumento prezzo dei voli: l’impennata registrata da un anno a questa parte. Le compagnie aeree e gli scali più economici in Italia

L’analisi sull’aumento del prezzo dei voli è stata condotta dal Corriere della Sera che ha preso in esame 41 compagnie aeree e 35 aeroporti sul territorio nazionale. Quello che balza subito all’occhio, però, è l’aumento dei biglietti aerei da gennaio a dicembre, ossia in questi dodici mesi: se all’inizio dell’anno (primo trimestre) si facevano ancora i conti con i postumi della pandemia e i voli costavano mediamente il 48 percento e 31 percento in meno rispetto al primo trimestre del 2019, l’estate ha fatto praticamente da spartiacque con il periodo della fine pandemia con aumenti che hanno toccato il picco in queste ultime settimane costando quasi un quarto in più rispetto a tre anni fa. I voli nazionali, nello specifico, da un -59 percento registrato a febbraio sono passati al +15 percento di dicembre 2022 rispetto allo stesso mese del 2019: un’enormità specie in un periodo come questo di viaggi dovuti anche ai rientri in famiglia ma semplicemente per chi vuole trascorrere le festività in vacanza. Secondo l’analisi, c’è stata anche un’importante differenza di prezzi tra le stesse low cost: la più conveniente è stata la Wizz Air nonostante le polemiche e i ritardi estivi con un costo medio di 76,5 sui due voli (andata e ritorno). Poco di più (84,4 euro) il prezzo di due biglietti andata/ritorno per l’irlandese Ryanair mentre al terzo posto c’è Blue Air (adesso inattiva) con 110 euro. Prezzi più elevati per EasiJet e Volotea i cui prezzi medi sono rispettivamente di 117 e 127 euro. In questo calcolo sono stati presi in esami sia gli acquisti effettuati mesi prima (bassi e con promozioni) che quelli dell’ultimo minuto con cifre anche di alcune centinaia di euro: importante sottolineare come queste voci siano esenti da tutti gli extra che ogni passeggero può decidere di acquistare (bagagli, priority, ecc.). C’è una classifica anche degli aeroporti: gli scali di partenza più economici sono risultati essere Cuneo e Forlì dove, un passeggero, ha speso mediamente una cifra compresa tra 52 e 56 euro per andata e ritorno. Dall’altro lato della classifica c’è Firenze con più di 266 euro per voli di andata e ritorno indipendentemente dalla compagnia. In mezzo ci sono tutti gli altri scali italiani con prezzi compresi tra 64 e 160 euro. Rispetto a tre anni fa c’è stato un aumento per alcuni aeroporti come Firenze, Rimini e Ciampino (tra il 5 percento e il 9 percento in più) mentre per quasi tutti gli altri si registra un’inversione di tendenza come nel caso di Trapani (-40 percento) e Bergano (-1 percento).

Come cambiano le priorità dei viaggiatori

Ciò che emerge dall’analisi è che l’attenzione al prezzo dei viaggi sarà la priorità assoluta nel 2023 e, di conseguenza, la selezione si restringe a quelle destinazioni in grado di offrire il miglior rapporto qualità-prezzo. Citando qualche numero, il 33 percento degli italiani sta pianificando lo stesso numero di vacanze nel 2023 rispetto al 2022 e quasi la metà di loro (49 percento) pensa di fare anche più viaggi l’anno prossimo. Solo l’8 percento prevede di andare meno in vacanza. Di contro, il 60 percento degli intervistati ha dichiarato che l’aumento dei costi avrà un impatto anche sulle decisioni in fase di prenotazione del viaggio e un terzo degli stessi ha anche affermato che sceglierà la destinazione con un cambio valuta favorevole. Viaggiare si, ma con un occhio più attento al portafoglio.