Offerte di lavoro, 4 su 10 rimangono vacanti, esattamente il 41% degli annunci provenienti dalle imprese non trova il “candidato ideale” soprattutto per mancanza dei profili ricercati. E, tra i giovani, sono cinque le professioni che superano ampiamente questa percentuale: si arriva a sette posti di lavoro su 10 che rimangono senza l’assunzione richiesta. Avviene cosi, ad esempio, per i giovani farmacisti o i tecnici programmatori. I dati arrivano dal rapporto annuale del sistema informativo Excelsior, elaborato da Unioncamere e Anpal per il 2022. Rispetto allo scorso anno, è aumentata la quota dei posti di lavoro che rimangono vacanti per mancanza delle competenze e delle professionalità richieste, nonostante un quadro di assunzioni in crescita. Durante l’anno le entrate complessive nel mondo del lavoro erano state stimate in 5.179.140 nuove assunzioni, il 60% delle imprese con dipendenti aveva dichiarato di voler procedere a nuovi ingressi sul lavoro. A fronte delle offerte di lavoro, manca in vari settori la domanda, soprattutto dei giovani e dei profili con specifiche competenze, anche elevate.
Offerte di lavoro 4 su 10 vacanti: in quali settori si cercano profili e perché non si trovano
Nell’anno che sta per terminare, sei aziende su dieci con dipendenti hanno previsto delle nuove assunzioni, per un totale (considerando anche il settore della Pubblica amministrazione), di circa 5,2 milioni di nuovi ingressi nel mondo del lavoro. Tuttavia, il dato in forte crescita è che il 41% dei posti di lavoro che le imprese hanno stimato di assegnare a nuovi candidati rimarrà vacante, senza il giusto profilo. Il dato è in crescita rispetto all’anno 2021, quando il 32% delle assunzioni stimate andava deserta. Le motivazioni delle mancate assunzioni di “candidati ideali” risiedono, in due casi su tre, banalmente perché non ci sono le competenze ricercate. Nell’altro caso rimanente, perché manca l’adeguata preparazione di chi partecipa alle selezioni. Sono cinque in particolare i settori che registrano le percentuali più alte di “mismatch”, ovvero di gap tra l’offerta e la domanda di lavoro: il commercio e le riparazioni di automobili e di motocicli; le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo; le industrie del legno e del mobile; le costruzioni; i servizi informatici e delle comunicazioni. Per quanto riguarda le zone con maggiori difficoltà ad assumere i profili ideali, nel Nord Est le imprese faticano maggiormente: il 45,8% di oltre 1,2 milioni di nuove assunzioni stimate nel 2022 non avrà il giusto candidato. La percentuale del Nord Ovest riflette quasi esattamente la media nazionale: il 41,7% dei nuovi posti di lavoro del 2022 (pari a oltre 1,5 milioni) non sarà coperto dal profilo ricercato. Più basso è il mismatch al Centro (il 38,7% di oltre un milione di nuovi posti di lavoro) e al Sud e Isole (il 35,8% di circa 1,4 milioni di nuove offerte di lavoro).
Offerte di lavoro giovani, le 5 professioni più ricercate dalle imprese nel 2022
Scendendo più nel dettaglio dei profili ricercati, le maggiori difficoltà di assunzione delle imprese si riscontrano per gli operai e i tecnici specializzati. Le imprese impiegano mediamente circa 150 giorni per trovarli (55% di mismatch). Profili di alta professionalità e competenze, come anche i dirigenti, gli specialisti e gli esperti, sono ricercati per circa quattro mesi prima che le imprese riescano a trovare il giusto candidato. Per le offerte di lavoro di giovani, le aziende hanno difficoltà soprattutto per cinque professioni: i farmacisti, i cui nuovi posti di lavoro nel 73% dei casi rimangono vacanti; i tecnici programmatori con percentuale di difficoltà pari al 68%; gli idraulici e i posatori di tubazioni idrauliche e del gas (67%); gli elettricisti nelle costruzioni civili e simili (67%) e gli attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (67%).