Le autorità iraniane continuano la loro azione di repressione verso gli oppositori al governo: ultimo episodio l’atterraggio sull’isola di Kish dell’aereo della Mahan Air, il W563 tratta Teheran-Dubai.
Il motivo la presenza a bordo della famiglia dell’ex calciatore e allenatore Ali Daei: moglie e figlia dell’atleta sono stati fatti scendere dal velivolo. A riportarlo su Twitter il giornalista di BbcMonitoring, Kian Sharifi, che ha riferito che “Daei ha detto che i suoi familiari non sono stati arrestati. Lui non era a bordo”.
Daei è stato privato del passaporto e minacciato dopo aver appoggiato le proteste che da mesi si propagano in tutto il paese dalla morte di Mahsa Amini. All’ex atleta sono anche state sequestrate due attività in suo possesso, un ristorante e una gioielleria.
Daei e gli altri episodi di repressione in Iran
La vicenda di Daei va avanti ormai da Ottobre ed è solo l’ultima delle operazioni di repressione del governo di Teheran. L’Iran ha appena giustiziato cinque persone condannate a morte nell’ultimo mese, tra cui due uomini di 23 anni che avevano preso parte alle protese. Altri tre sono stati giustiziati con l’accusa di stupro e rapina a mano armata.
Dopo l’episodio di oggi l’ex calciatore e allenatore ha commentato con durezza.
Non comprendo questo comportamento. Mia moglie e mia figlia sono salite legalmente sull’aereo a Teheran, e avevano in programma di visitare Dubai per alcuni giorni e poi tornare in Iran. Ma l’aereo è stato costretto a rientrare con tutti i passeggeri. Era una caccia al terrorista?
Secondo fonti governative iraniane la moglie non poteva lasciare il paese “perché ha invitato la gente a partecipare allo sciopero nazionale”. Al momento la faccenda sembrerebbe essersi conclusa qui, ma non si escludono ulteriori conseguenze e sviluppi.