Concorso INPS: l’Istituto di previdenza nazionale ha comunicato che con la deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 261 dl 21 dicembre 2022 sono state approvate la graduatoria finale e la graduatoria dei vincitori.

Il concorso pubblico in questione è per titoli ed esami e prevede l’assunzione di 1858 figure di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS, area C, posizione economia C1.

La graduatoria finale e la graduatoria dei vincitori che sono state pubblicate dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale contengono al loro interno i seguenti dati ed informazioni:

Infine, l’INPS comunica anche che ci sarà un’ulteriore prova da svolgere, che però è riservata esclusivamente ad alcuni candidati ed il cui esito, però, potrebbe andare a modificare la graduatoria finale appena pubblicata:

“Si comunica che il 12 gennaio 2023 si terrà una ulteriore sessione suppletiva riservata ai candidati che hanno promosso giudizi nei confronti dell’Istituto che risultano ancora pendenti, i cui esiti potrebbero eventualmente incidere sulla graduatoria finale e su quella dei vincitori”.

Concorso INPS per 1858 posti di consulente protezione sociale: come è stata formata la graduatoria finale e che cosa succede dopo la sua pubblicazione

Le modalità di formazione delle graduatorie finali sono disciplinate dall’art. 11 dell’apposito bando relativo al concorso in questione.

In particolare, una volta espletate tutte le prove, la Commissione esaminatrice provvede alla formazione della graduatoria di merito, in base al punteggio complessivo ottenuto da ciascun candidato.

Il punteggio totale, nello specifico, viene calcolato in base alla somma tra:

  • la media dei voti riportati nelle due prove scritte;
  • il punteggio dei titoli, previa verifica della inerenza degli stessi;
  • il voto riportato nella prova orale.

Il punteggio massimo che può essere conseguito da un candidato è di 90 punti e, dopo i controlli sulla documentazione presentata e sui titoli dichiarati, che vengono effettuati dalla Direzione centrale risorse umane, vengono redatte la graduatoria finale e la graduatoria dei vincitori, che vengono approvate e pubblicate dal Consiglio di Amministrazione dell’INPS.

Tali graduatorie hanno validità per 2 anni dal momento della loro approvazione.

In caso di parità di punteggio, si applicazione le disposizioni che sono contenute all’interno dell’art. 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994 e s.m.i; mentre, in caso di due candidati che si trovano nella stessa posizione in seguito alla valutazione dei rispettivi titoli preferenziali presentati, sarà preferito il candidato più giovane di età.

In seguito alla pubblicazione delle graduatorie finali, si passa alla fase dell’assunzione in servizio, la quale viene disciplinata dall’art. 12 del suddetto bando, il quale prevede quanto segue:

“L’immissione in servizio dei vincitori è disposta con riserva di accertamento del possesso dei requisiti per l’ammissione all’impiego prescritti all’art. 2 del presente bando.

I vincitori, salva la possibilità di trasferimenti d’ufficio nei casi previsti dalla legge, sono soggetti all’obbligo di permanenza nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni di cui all’art. 35, comma 5 bis, del d.lgs. n.165/2001″.

Dopodiché, si passerà alla fase della stipula del contratto individuale di lavoro, il quale sarà presentato ai candidati che vengono dichiarati vincitori del concorso INPS.

Il contratto prevede lo svolgimento di lavoro a tempo pieno e indeterminato in qualità di consulente protezione social, area C, posizione economica C1.

Qualora un vincitore non si presenti, senza giustificato motivo, alla forma del contratto individuale di lavoro, allora sarà considerato rinunciatario.

Secondo quanto ci è stato segnalato direttamente dall’ufficio stampa dello Studio Legale Gallone Urso, si sono generate numerose polemiche con altrettanti ricorsi presentati per quanto riguarda la valutazione dei titoli da parte dell’INPS. Ecco quanto ci è stato dichiarato dall’Avvocato Iole Urso:

“Sono moltissimi i partecipanti che stanno contattando lo studio in questi giorni per valutare se ci siano i presupposti per un ricorso.

Secondo l’Avvocato Iole Urso, specializzata in diritto del lavoro, l’Inps non ha riconosciuto il punteggio aggiuntivo di 4,00 punti per il possesso del ‘diploma di specializzazione delle professioni legali’; come da giurisprudenza consolidata è illegittimo non considerare equiparabili ai master di secondo livello i diplomi delle Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali (SSPL), in particolare a parità di crediti formativi e di materie.

Riteniamo che la decisione dell’Inps di limitare la valutazione ai soli master di secondo livello, escludendo la valutazione dei diplomi di specializzazione che pure rientrano nel medesimo livello formativo del sistema di referenziazione, sia illegittima e viziata da eccesso di potere, sotto il profilo del difetto di istruttoria e di manifesta illogicità.”