Recita di Natale morte: è polemica sul caso della scuola Fornelli di Corato, lo spettacolo teatrale dell’attore Roberto Corradino, “Cattedrale Vivente” si è trasformato in un momento di tristezza per i piccoli attori, che non hanno portato a termine l’esibizione. I bambini sono scoppiati a piangere e sono stati portati via dai genitori. Il tema, la morte, il perdono, sarebbero temi difficili da comprendere e gestire, ad una certa età e in un certo contesto storico. Questo sarebbe il motivo dell’improvvisa reazione dei piccoli. La scuola, sul caso, ha preso le distanze. “Questi bambini non sono stati protetti abbastanza, si aspettavano uno spettacolo gaudente, divertente. I genitori si aspettavano uno spettacolo gaudente, divertente, invece sono stati messi difronte alla cosa che temiamo di più: la morte, l’annientamento – ha spiegato la psicoterapeuta Maria Tinto, su Radio Cusano Campus – i bambini non hanno la maturità per capire la morte. Io sono contraria a questa pedagogia spartana che vuole sottoporre per forza i bambini alla sofferenza.”

Recita di Natale morte, la risposta dell’attore Roberto Corradino ad Open Day: “I ragazzi non hanno pianto”

Recita di Natale: abbiamo sentito Roberto Corradino, attore, e ideatore della recita. “Conoscevano i testi, c’è stato un lungo lavoro di preparazione attorno alle canzoni e al tema. Il tema non era una recita di Natale, ma un rito teatrale intorno al solstizio d’inverno. E nel rito non c’è divisione fra spettatori e attori, come nel teatro sacro medievale. Il tema era quello della luce e del buio. E’ un inno a Dio, il testo dice Dio è il più grande è quello che mi aiutò a vincere. A me e Verso Sud ha sorpreso la reazione. Si parlava di un rito teatrale, né di uno spettacolo, né di una recita natalizia – ha osservato Corradino, su Radio Cusano Campus – non ci vuole niente a sbattere il mostro in prima pagina e rovinare un lavoro di cura e di raccolta della comunità attorno a un rito festivo. Perché questo è stato coi bambini e gli stessi genitori che partecipavano coralmente, almeno per i primi 45 minuti. Parliamo di bambini di nove dieci anni, siamo in una scuola elementare non primaria. I testi delle canzoni sono stati chiariti, analizzati e tradotti con i ragazzi. I ragazzi non hanno pianto quando si citava per una volta e solo per una volta nel pezzo iniziale la parola morte – tra l’altro definita piccola e di passaggio a fronte della vita. Né tantomeno i genitori si sono scandalizzati. Il rito è continuato. Le lacrime sono arrivate quando i genitori non capendo il rito li hanno portati via. Non è stato chiaro che il rito non era una recita di Natale, classica. Nonostante il foglio di sala non parlasse di recita di Natale. Era un rito teatrale in cui tutti attori e spettatori venivano coinvolti. Nel quadro dei Santi i genitori stessi hanno partecipato attivamente alla performance. Certo è stata una rappresentazione che ha urtato delle sensibilità.”

Roberto Corradino ha voluto aggiungere in una ulteriore intervista rilasciata in esclusiva al portale TAG24 altre dichiarazioni sull’accaduto, scusandosi nuovamente

“Ci scusiamo per quanto accaduto. Ma quale migliore occasione per un lavoro su luce e buio – i nostri luce e buio quotidiani, individuali, sociali – sulle nostre paure insomma per aprire lo spazio dell’ascolto alla diversità, la luce appunto che per forza di cose viene dal buio. Cattedrale Vivente è stato lo spazio aperto in cui ricucire e tematizzare i grandi rimossi dei nostri tempi, prima di tutto la paura e soprattutto la paura di nominare la morte come abbiamo fatto noi tenendola stretta alla vita e facendo vincere la vita sulla morte, coi canti i cori le danze dei bimbi – e sarà anche il momento per discutere dei nostri tempi affrettati, iperspettacolari, e il bailamme mediatico cancella lo spazio aperto e chiaramente difficile dell’ascolto, per discutere cosa è educarci e educare nello spirito di una comunità viva.”