Possibile nuova provocazione della Corea del Nord: secondo quanto riportato dal Sud, Pyongyang avrebbe violato lo spazio aereo di Seui facendo volare droni oltreconfine, poi abbattuti con colpi d’avvertimento. Contestualmente, la Difesa del Sud ha schierato aerei da combattimento ed elicotteri d’attacco pronti a intervenire. Lo comunicano i capi di Stato maggiore delle forze armate.
E’ la prima volta che un dispositivo militare della Corea del Nord viola lo spazio aereo dei cugini dal 2017: anche in quel caso fu un sospetto drone a essere abbattuto. Durante le operazioni di intercetto del drone, un aereo da attacco leggero sudcoreano KA-1 si è schiantato nella contea di Hoengseong, 140 chilometri a est della capitale, poco dopo aver lasciato la sua base a Wonju, secondo quanto riferito da un funzionario del ministero della Difesa. Fortunatamente, entrambi i piloti che si trovavano a bordo sono riusciti a mettersi in salvo prima dello schianto e sono stati portati in ospedale con lievi ferite.
Corea del Nord e Corea del Sud mai così vicine allo scontro
La Corea del Sud ha rintracciato in volo alcuni “oggetti non identificati”, poi contrassegnati come droni, provenienti dalla Corea del Nord che hanno oltrepassato la linea di demarcazione militare. Fonti dello stato maggiore dell’esercito sudcoreano hanno indicato che Seul ha rilevato intorno alle 10:25 locali (le due di notte in Italia). Il dispositivo, di cui non è noto se trasportasse esplosivi, avrebbe persino sorvolato la capitale Seul (a 50 km dal confine del 38° parallelo) prima di essere abbattuto. Da Pyongyang non sono arrivati commenti di risposta dall’agenzia di stampa Kcna.
Tale provocazione, che arriva dopo un periodo di “silenzio”, ha avuto ripercussioni sul traffico aereo causando ritardi e cancellazioni. Il ministro delle Infrastrutture sudcoreano ha dichiarato che i voli in partenza dagli aeroporti di Seul (Incheon e Gimpo) sono sospesi dopo la richiesta avanzata dai militari dell’aviazione. “Il nostro esercito risponderà in modo completo e fermo a queste provocazioni“, così ha commentato la Difesa del Joint Chiefs of Staff sudcoreano. In risposta, sono stati inviati droni nell’area di confine con il Nord, alcuni dei quali sono entrati nel territorio nemico per effettuare operazioni di sorveglianza, compresi alcuni scatti delle strutture militari nemiche chiave.
Oltre al precedente del 2017 già tre anni prima, nel 2014, erano stati rintracciati sospetti droni di proprietà nordcoreana: all’epoca la minaccia era ritenuta ridotta, dato il basso livello tecnologico, oggi invece il livello di avanguardia raggiunto dal regime di Kim impone la massima allerta. L’incidente di questa notte arriva pochi giorni dopo che la Corea del Nord ha lanciato due missili balistici a corto raggio verso le sue acque orientali.
Le ripercussioni di queste provocazioni rimangono le stesse: un avvicinamento progressivo della coalizione occidentale che coinvolge Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti, con l’intensificarsi anche delle iniziative militari congiunte (nel 2023 è previsto un fitto programma di addestramento condiviso). In ogni caso, il 2022 sarà certamente ricordato come un anno storico nella possibile escalation verso l’atomica da parte della Corea del Nord: centinaia di esperimenti missilistici, tra cui quello del missile ipersonico Hwasong-17, giudicati positivamente da Kim che considera vicino alla perfezione il livello raggiunto dai propri test.