Chi era Santo Stefano martire. Santo Stefano fu infatti il primo martire della storia del Cristianesimo, ovvero il primo cristiano ad essere ucciso a causa della sua fede religiosa. Per questo motivo in molti calendari, di fianco al nome di Stefano, potreste trovare l’aggettivo “protomartire”, ossia primo martire.
Chi era Santo Stefano martire?
Non solo il primo dei martiri, ma il modello di ogni martirio: nella morte di santo Stefano appaiono tutti gli elementi ricorrenti ogni volta che qualcuno viene ucciso a causa della fede. Il “fastidio” provocato in chi non comprende la saggezza del Vangelo, le “scuse” e le false accuse e poi l’aggressione e il perdono degli aggressori da parte dei martiri, oltre all’intaccabile fiducia di essere accolti tra le braccia di Dio.
Di Stefano sappiamo che era probabilmente originario della Grecia, ma non conosciamo l’esatto anno della sua nascita: le ipotesi più attendibili parlano degli ultimi anni avanti Cristo. Sappiamo però con certezza che fu il primo dei sette diaconi della comunità di Gerusalemme, uomini scegli allo scopo di svolgere una serie di attività pratiche che, con l’aumentare dei discepoli, stavano riducendo il tempo che gli apostoli potevano dedicare alla predicazione e alla preghiera.
E S. Stefano pieno di grazia e di fortezza, animato dallo Spirito Santo predicava con forza e confermava la predicazione coi miracoli. Per questo si attirò l’odio dei Giudei che non potevano soffrire tanto zelo, né resistere alla sua sapienza, operatrice di numerose conversioni.
Essi vollero dapprima disputare con Stefano, ma vedendosi vinti dallo Spirito che parlava per bocca di lui, cercarono falsi testimoni per accusarlo di bestemmia contro Mosé e contro Dio. Il Signore però volle manifestare la innocenza del suo servo facendo apparire il suo volto bello come quello di un Angelo.
Dopo la lettura delle accuse, il sommo sacerdote Caifa gli disse di parlare per difendersi, ed egli fece la sua apologia, rappresentando loro la bontà e la misericordia del Signore verso il popolo ebreo, cominciando da Abramo fino a Davide.
Arrestato e condotto al giudizio del sinedrio, venne condannato, e un gruppo di fanatici, aizzando contro di lui il furore del popolo, prese a colpirlo con sassi, deponendo i mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo – il futuro Paolo – presente alla lapidazione. Stefano intanto pregava e diceva, come il suo Signore: “Padre, accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò forte: “Signore, non imputare loro questo peccato”.
Perché il 26 dicembre è festa?
“Le cose belle durano da Natale a Santo Stefano”, recita un famoso detto popolare, che sottolinea la vicinanza tra la festa della nascita di Cristo e quella di Santo Stefano, che nel calendario cristiano segue simbolicamente la prima, il 26 dicembre (il 27 per la Chiesa ortodossa). La Chiesa ha infatti deciso di far seguire alla festa per la venuta del Cristo, quella dei cosiddetti suoi “compagni”, cioè coloro che lo hanno seguito da vicino, sia nella vita che nella morte: dopo il 25 dicembre, seguono Santo Stefano (il 26), San Giovanni Evangelista (il 27) e i Santi Innocenti (il 28), in ricordo dei bambini vittime della strage ordinata da Erode nel tentativo di uccidere il Nazareno. È Santo Stefano, in particolare, ad essere vicino a Gesù, essendo stato il primo in assoluto a subire la sua stessa sorte e in modo molto simile.