La guerra tra Russia e Ucraina continua a mietere nuove vittime come confermato dall’ultima nota del ministero della Difesa russo in merito all’esplosione di un drone ucraino nella base di Engels. Il bilancio racconta di tre soldati morti, il cui destino sarebbe stato segnato dai detriti dello stesso drone che era stato abbattuto dai colpi russi intorno alle ore 1.35 di questa notte.

La vicenda ha uno storico, almeno secondo quanto sostenuto dalle forze di Putin, che risale allo scorso 5 dicembre: anche in quell’occasione lo scenario era sempre lo stesso ossia l’aeroporto di Engels che custodisce una serie di bombardieri ritenuti molto pericolosi.

Sul fronte ucraino non ci sono state conferme né smentite ma senza dubbio la vicenda acuisce ancor di più le tensioni scongiurando ogni tentativo di distensioni tra le parti. È quanto emerge anche dalle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e successivamente di Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.

Russia-Ucraina, Kuleba chiede l’esclusione della Russia dal Consiglio di Sicurezza ONU

Come anticipato, la posizione veemente dell’Ucraina nei confronti della Russia non si è alleggerita ed anzi il ministro Dmytro Kuleba in una recente dichiarazione ha espressamente chiesto che Mosca venga estromessa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite:

Domani dichiareremo ufficialmente la nostra posizione. Abbiamo una domanda molto semplice: la Russia ha il diritto di rimanere un membro permanente del Consiglio di sicurezza e di far parte dell’Onu? Abbiamo una risposta convincente e ragionata: no, non lo ha. A un livello inferiore, le persone si stanno già ponendo la domanda su cosa dovrebbe diventare la Russia per non rappresentare una minaccia per la pace e la sicurezza.

L’attacco di Medvedev: “Distruggere il regime di Kiev”

Non si è fatta attendere la risposta russa che è arrivata tramite le parole di Dmitry Medvedev; il vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa ha lasciato chiaramente intendere che non ci sono margini di accordo o avvicinamento tra le parti:

Faremo del nostro meglio per raggiungere l’obiettivo dell’operazione militare speciale, in modo che il regime disgustoso dei nazionalisti di Kiev cessi di esistere. Oggi, nessuno tranne noi può farlo. Iniziare l’operazione speciale è stata una decisione difficile ma necessaria, perché non si trattava solo di proteggere le repubbliche fraterne del Donbass, ma anche di garantire la sicurezza e la sovranità della stessa Russia. Era impossibile ritardare ulteriormente.

La Russia potrebbe riaprire il gasdotto Yamal verso l’Europa

L’unica nota positiva dal conflitto bellico arriva sul fronte energetico ed in particolare sul tema legato al gas. Stando alle dichiarazioni rilasciate al Tass dal vice premier russo Alexander Novak, infatti, Mosca si sarebbe resa disponibile a riaprire il gasdotto Yamal verso l’Europa. Ecco le sue parole:

Il mercato europeo rimane rilevante, poiché la carenza di gas persiste e abbiamo tutte le opportunità per riprendere le forniture. Ad esempio, il gasdotto Yamal-Europe, che è stato fermato per motivi politici, rimane inutilizzato.

A tutto ciò, Novak ha ricordato che negli 11 mesi del 2022 l’apporto di gas naturale liquefatto è giunto a 19,4 miliardi di metri cubi, con una stima di 21 miliardi entro la fine dell’anno.