Femminicidio nel trapanese oggi a parlare sarebbe stato il fratello dell’assassino. Come sapevamo dalle ultime notizie, Maria Amatuzzo è morta con 12 coltellate all’addome, inflitte da suo marito, trovato con l’arma del delitto in mano.
Ernesto Favara, questo il nome dell’omicida 63enne, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Qualcun altro racconta la sua storia dal suo punto di vista.
Quali dettagli si conoscono di questa vicenda? L’uomo è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso sua moglie che aveva 29 anni.

Femminicidio nel trapanese oggi: dopo 10 anni di relazione

Adesso Ernesto Favara è nella casa circondariale di Trapani. A decidere proseguimento delle indagini l’Autorità Giudiziaria che attende un’udienza che convalidi l’arresto.
Presto si darà il via per l’autopsia sul corpo della vittima. Per il momento, si contano 12 coltellate.

L’assassino, ex pescatore di 63 anni, è stato trovato in stato confusionale dai carabinieri.
Aveva ancora tra le dita l’arma del delitto
, il coltello con il quale ha massacrato sua moglie ieri pomeriggio, nella casa di Marinella di Selinunte, in provincia di Trapani.
A segnalare quanto accaduto è stata una vicina di casa che ha udito le urla spaventose della vittima.

Tra i due, era abbastanza noto il rapporto burrascoso, iniziato dieci anni prima. Era sorta, prima dell’omicidio, l’ennesima lite, che è diventata presto una tragedia: sembra che la donna avesse lasciato la casa del marito da qualche giorno e che fosse tornata per riprendere alcuni oggetti, quando è stata uccisa dal marito.

L’oggetto della lite sembra essere legato alle due gemelline di cui i due erano genitori e che sono state allontanate da loro nel corso di quest’anno. Il motivo, tuttavia, rimane ignoto al momento.

Femminicidio nel trapanese: il racconto del fratello dell’assassino

A raccontare gli attimi di orrore è il fratello dell’assassino, Antonino Favara, che viveva insieme a lui da cinque anni. I due non condividono gli spazi, tuttavia sono vicini ed Antonino sente le urla di aiuto e, poi, vede il fratello che ha ancora in mano il coltello:

“Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava “aiuto, aiuto”, mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano. è […]

Ho parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale, poi sono andato a letto.

Nel pomeriggio ho sentito le grida, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano insanguinato”.

Il fratello gli chiede subito cos’abbia fatto e l’assassino risponde:

“Mi ha fatto perdere le bambine”.

Il fratello non credeva che Ernesto sarebbe mai potuto arrivare ad un atto del genere, perché, quando la moglie si era allontanata da casa il lunedì della settimana prima,

“non aveva mai dato segni di squilibrio”.

Chi erano Ernesto Favara e Maria Amatuzzo?


Si pensa che l’omicidio possa avere un “movente passionale”, dovuto al fatto che la donna aveva deciso di separarsi dal marito. D’altra parte, sembra impossibile non considerare le due gemelline, che erano state affidate da tempo ad una comunità per minori.

I due avevano anche un altro figlio e, prima di incontrarsi, avevano un matrimonio alle spalle: Maria Amatuzzo, originaria di Palermo, aveva due figli che non vivevano più con lei; lui, invece, era vedovo.

Insieme, gestivano una rivendita di prodotti ittici, dopo che lui aveva smesso di lavorare come pescatore.

Sembra che la donna avesse cercato di liberarsi di quella relazione fin troppo pericolosa e che il marito non abbia accettato la sua decisione, privandola di quella lunga vita che ancora avrebbe avuto davanti.