Pensioni 2023 cosa cambia? Il governo Meloni ha inserito all’interno della Legge di Bilancio 2023 alcune modifiche per quanto riguarda alcuni aspetti del trattamento pensionistico. Andiamo a vedere insieme quali.
Pensioni 2023 cosa cambia? ecco tutte le novità che sono previste dalla Legge di Bilancio in merito al meccanismo di indicizzazione e alle pensioni minime
L’art. 58 della Legge di Bilancio 2023, che riguarda la “Revisione del meccanismo di indicizzazione per gli anni 2023 e 2024 ed estensione per le pensioni minime delle misure di supporto per contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche”, prevede delle novità in merito alla rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici.
In particolare, nel biennio 2023-2024 è prevista una rivalutazione del 100% per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a 4 volte il trattamento minimo INPS.
Mentre, per quelli superiori a tale soglia, è previsto un meccanismo diverso a seconda dei casi. Nello specifico:
- pari all’80% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 4 volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a 5 volte il trattamento minimo INPS.
- pari al 55% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 5 volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a 6 volte il trattamento minimo INPS.
- pari al 50% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 6 volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a 8 volte il trattamento minimo INPS.
- pari al 40% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 8 volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a 10 volte il trattamento minimo INPS.
- pari al 35% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 10 volte il trattamento minimo INPS.
Per le pensioni di importo superiore alle suddette soglie e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Il secondo comma dell’art. 58 della Legge di Bilancio 2023, invece, prevede quanto segue, riguardo le pensioni di ammontare minore rispetto a quello del trattamento minimo INPS:
“Al fine di contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per gli anni 2022 e 2023, per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, in via eccezionale con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità da gennaio 2023 a dicembre 2024, ivi inclusa la tredicesima mensilità spettante, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente alle predette mensilità e rispetto al trattamento mensile determinato sulla base della normativa vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge, di 1,5 punti percentuali per l’anno 2023 e di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024″.
In sostanza, i pensionati che percepiscono un trattamento pensionistico inferiore o uguale a quello minimo concesso dall’INPS, potranno beneficiare di un aumento:
- dell’1,5% per quanto riguarda l’anno 2023;
- del 2,7% per quanto riguarda l’anno 2024.
Questo incremento delle pensioni 2023 sarà riconosciuto solamente al verificarsi della suddetta condizione; mentre, se il trattamento risulta essere superiore a quello minimo, ma comunque inferiore al calcolo con la rivalutazione già inserita, allora il pensionato potrà beneficiarne fino a quel limite.
“Resta fermo che, ai fini della rivalutazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, il trattamento pensionistico complessivo di riferimento è da considerare al netto dell’incremento transitorio di cui al presente comma, il quale non rileva a tali fini e in ogni caso cessa i relativi effetti, rispettivamente, al 31 dicembre 2023 e al 31 dicembre 2024″.