I carabinieri hanno dato condotto un’inchiesta che ha portato alla luce un vasto giro di spartizione delle ambulanze private da parte dei boss mafiosi. La scoperta è frutto del lavoro coordinato tra i carabinieri del nucleo investigativo e la procura distrettuale antimafia di Palermo, già alle prese con lo scandalo tangenti inerente alla sanità. Ad essere coinvolto in modo particolare è Michele Sciarabba, che gli inquirenti ritengono essere il boss di Misilmeri, impegnato nella meticolosa spartizione dei turni delle ambulanze private tra i diversi ospedali della zona.

Da tempo le forze dell’ordine avevano avviato le indagine e sono entrati così in possesso di una grande quantità di intercettazioni in cui si ritrovano le conversazioni tra i boss mafiosi e i titolari di diverse imprese funebri nel palermitano. Un’altra figura emersa da queste telefonate è quella di Alessandro Nicolosi, il legate di un’associazione chiamata Facility Service, che dichiarava:

La Croce sana non deve entrare al Policlinico. Giriamo tutti i paesi perché li abbiamo tutti noi fino a Reggio Calabria, li abbiamo tutti, forse non ci siamo capiti.

Al momento il Policlinico ha allontanato le ambulanze private dai vari reparti dell’ospedale ed il servizio resta di competenza pubblica, l’interesse attorno a questo settore tuttavia non è diminuito ed il controllo di questo mercato era ancora saldamente in mano alla mafia palermitana.

Mafia a Palermo, spartizione delle ambulanze private: chi sono i boss mafiosi coinvolti

L’inchiesta condotta dagli inquirenti inizia qualche anno fa e hanno scoperto che già nel 2018 Settimo Mineo, boss della Cupola di Cosa nostra, aveva legami con la Facility Service: il 17 maggio di quell’anno si diede appuntamento proprio alla sede di quell’associazione con il boss di Santa Maria di Gesù, Ignazio Traina. In questi incontri era sempre presente anche Alessandro Nicolosi, che si è scoperto avere legami di parentela con la moglie di Filippo Graviano, un mafioso legato a Cosa nostra. Non mancano poi altri esponenti di spicco come Massimo Mancino e Salvatore Sorrentino, con appuntamenti che cronologicamente risalgono fino al febbraio del 2016, a testimonianza di un business fortemente radicato all’interno dell’area.

Sulla questione inerente alle ambulanze private è intervenuto un collaboratore di giustizia, Filippo Bisconti, che ha sottolineato quanto sia sempre stato elevato l’interesse mafioso nei confronti di questo settore:

Quello delle ambulanze è un settore che ha sempre molto interessato i mafiosi. Sentivo Scimò di Brancaccio che voleva entrare a tutti i costi in tutti gli ospedali e si lamentava che quelli di Bagheria venivano a Palermo per gestire l’affare dei dializzati attraverso una onlus.