La manovra 2023 ha terminato le votazioni alla Camera ed ha ottenuto la maggioranza dei voti, come ampiamente previsto, ma non sono mancate critiche e accuse verso il governo Meloni, chiamato alla prima prova importante. Il coro è stato unanime ed è arrivato compatto da parte di tutta l’opposizione, dal Terzo Polo al Movimento 5 Stelle ed includendo il PD: l’accusa di dilettantismo sembra essere quella condivisa da tutti, sottolineando gli errori commessi e soprattutto tutti i passi indietro fatti dal governo durante queste giornate. In ogni caso, la legge di Bilancio è passata con 197 voti favorevoli e 129 contrari. Inizia ora l’iter per l’approvazione definitiva che deve arrivare prima del 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.

Contraria alla manovra e soprattutto al modo in cui è stata formulata si è espressa Elly Schlein, che ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni toccando i principali temi della legge di Bilancio 2023.

“La manovra è senza visione strategia e ingiusta, perché penalizza le persone più povere e chi fa più fatica. Sceglie di colpire il reddito di cittadinanza e aumentare la precarietà di lavoratori e lavoratrici, estendendo i voucher. Debole sugli investimenti che servirebbero a far ripartire il Paese, a supportare gli enti locali e a dare fiato alle imprese in difficoltà.”

Manovra 2023, Schlein: “Fa cassa sulle pensioni del ceto medio”

La critica mossa da Schlein, in lizza per diventare la nuova segretaria del Partito Democratico, è a 360 gradi e rivolta direttamente al governo, accusato di essere impreparato a svolgere il suo compito.

“La manovra strizza l’occhio a chi evade, allarga le differenze di tassazione tra lavoro autonomo e dipendente e nasconde tagli alla sanità e alla scuola, perché non tiene conto dei livelli raggiunti dall’inflazione. Colpisce le donne che vorrebbero andare in pensione prima, discriminando l’accesso a Opzione donna a seconda del numero dei figli e fa cassa sulle pensioni del ceto medio con tagli all’indicizzazione senza che vi sia stato alcun dialogo coi sindacati.”

Schlein sottolinea inoltre come l’aumento delle pensioni minime sia lontano dai 1000 euro promessi in campagna elettorale (è 600 la cifra raggiunta) ma soprattutto misura valida per un solo anno:

“Con un aumento delle pensioni minime e un taglio del cuneo fiscale ben lontani dalle promesse elettorali e per un solo anno. Grazie agli emendamenti del nostro gruppo e agli sforzi dei colleghi e delle colleghe in commissione Bilancio siamo riusciti almeno a far inserire alcune cose importanti tra cui il reddito alimentare e l’indennità di discontinuità per lavoratrici e lavoratori dello spettacolo. Dicevano di essere pronti, ma il dilettantismo di questo governo è fin troppo evidente. E dannoso. Tra le forzature su tempi, procedure e i 44 rilievi della ragioneria sugli errori sulle coperture che hanno dovuto risolvere in fretta e furia c’è mancato poco che mandassero il Paese in esercizio provvisorio”.