Terremoto Aquila risarcimento il Tribunale civile ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri a risarcire per quindici milioni di euro le trenta parti civili per le rassicurazioni prospettate dall’ex numero due del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Bernardo De Bernardinis già condannato in sede penale, con sentenza passata in giudicato, a due anni di reclusione. Nella sentenza del Tribunale Civile dell’Aquila si legge: “Accertata quindi almeno potenzialmente l’idoneità delle dichiarazioni del De Bernardinis ad incidere causalmente sulla condotta dei cittadini dell’Aquila, si tratta di verificare in questa sede, se tale efficacia causale sia stata anche dimostrata, all’esito dell’istruttoria civile, nei confronti degli attori non costituitisi parte civile nel processo penale”. La causa verteva sulle rassicurazioni fatte agli abitanti della citta in un’intervista televisiva del 31 marzo 2009 da Bernardo De Bernardinis, all’epoca vice capo dipartimento per l’area tecnico-operativa della Protezione Civile. In quell’occasione, l’uomo ribadì che nonostante lo sciame sismico che la popolazione aveva avvertito in quei giorni la città non correva alcun pericolo. Bernardo De Bernardinis aveva tranquillizzato gli abitanti inducendoli a restare nelle proprie case nei giorni successivi senza prendere altre misure. Il risarcimento in sede civile è stato inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il risarcimento ai familiari delle vittime non è stato ripartito in parti uguali ma in base ai danni subiti. La sentenza è stata emessa sulla base delle risultanze del lavoro della Commissione Grandi Rischi riunita all’Aquila il 31 marzo 2009 che aveva fornito rassicurazioni alla popolazioni a cinque giorni di distanza dalla tragica scossa. Le dichiarazioni di De Bernardinis sono state ritenute idonee ad incidere sul comportamento dei cittadini.
Terremoto Aquila risarcimento, Bernardo De Bernardinis colpevole per aver rassicurato la città
La Corte d’Appello dell’Aquila aveva condannato a due anni il vicecapo della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis. Prima del terremoto avvenuto nel 2009, l’uomo aveva tranquillizzato la popolazione in occasione d un’intervista televisiva. De Bernardinis era stato condannato a due anni di reclusione. La Corte d’Appello aveva contestato all’uomo la colpa generica sotto il profilo della negligenza e dell’imprudenza in riferimento all’intervista televisiva diffusa poi sui media nazionali e locali. In particolare il vicecapo della Protezione Civile aveva dichiarato a proposito dello sciame sismico: “Non c’è pericolo, l’ho detto anche al sindaco, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole”. Nel procedimento penale si è ravvisato un nesso causale rispetto al comportamento dei cittadini che quella notte hanno evitato di mettersi in salvo. Nelle scorse settimane aveva fatto discutere la sentenza del Tribunale dell’Aquila che aveva sentenziato che era stata colpa delle vittime se non erano riuscite ad uscire in tempo da casa dopo le scosse di terremoto. Il giudice aveva rilevato come fondata “l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che può stimarsi nel 30%”.
La scossa sismica del 6 aprile 2009 e il tragico bilancio
Il terremoto dell’Aquila è avvenuto nella notte del 6 aprile 2009. La scossa principale, verificatasi il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, con una magnitudo momento (Mw) pari a 6,3, con epicentro nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano di Sassa e Collefracido (località Colle Miruci a Roio), ha interessato buona parte del territorio posto a cavallo tra Italia centrale e Italia meridionale. Il terremoto è stato avvertito su una vasta area comprendente tutto il Centro Italia, fino a Napoli, causando panico tra la popolazione. Tra le regioni più colpite figura l’Abruzzo, seguita dal Lazio, ma alcuni lievi danni sono stati riscontrati fino alla zona di Ascoli Piceno, nelle Marche. Il bilancio definitivo è di 309 vittime, oltre 1600 i feriti. Alcune persone sono state estratte vive dalle macerie. Il sisma ha distrutto completamente molti edifici, tra cui la sede della Prefettura dell’Aquila, che avrebbe dovuto essere il centro di coordinamento dei soccorsi, e la Casa dello Studente, in cui morirono otto studenti universitari.