Da gennaio visiterò personalmente le scuole in realtà sociali complicate per capire come mai i genitori non mandano volontariamente i figli a scuola. Ciò è gravissimo“.

Questo il messaggio pregnante lasciate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in un’intervista concessa a Repubblica, in cui il focus fa riferimento alla piaga dell’abbandono a scuola. Ecco perché la riforma studiata dal ministro sulla scuola prevede anche una serie di misure contro la dispersione scolastica: docenti tutor, didattica personalizzata, classi fino a un massimo di 10 studenti e l’istituzione di una commissione atta a valutare fenomeni sociali interni al sistema come il bullismo.

Scuola Valditara, le ultime notizie

Il ministro Valditara parla di “scuola della serenità” come luogo in cui migliaia di bambini e ragazzi possano sentirsi a proprio agio dopo un biennio complicato e carico dal punto di vista psicologico. Parafrasando un concetto già citato da alcuni suoi colleghi, il titolare dell’Istruzione parla di “scuola-amica“, di ente in grado da un lato di mettere nelle condizioni più idonee possibili gli studenti affinché possano esprimersi, dall’altro fornire gli strumenti di soccorso laddove fosse necessario.

Nelle ultime disposizioni ministeriali figurano anche le nuove linee guida dedicate all’orientamento: 30 ore nelle scuole secondarie di secondo grado gestite in autonomia da ciascuna scuola a seconda dell’anno di frequentazione (biennio o triennio). Poi, sulla nuova figura dei docenti tutor, Valditara spiega che si tratta di uno “specialista appositamente formato per aiutare chi ha maggiori difficoltà di apprendimento, lavorando di concerto con i colleghi professori e a stretto contatto con le famiglie”. Sui fondi per questa nuova categoria, il ministro ha già fatto i conti ragionando su tale sovrannumero.

Altri investimenti riguarderanno la riqualificazione scolastica, a cui saranno destinati 2 miliardi di euro (di cui 700 milioni di circa interni al Pnrr), poiché serva una scuola “che non dia immagine di degrado, di edificio poco accogliente“. Il passaggio più significativo rimane quello sulle scuole in contesti socioeconomici difficili, perlopiù periferici, in cui l’istruzione non è mai la priorità assoluta. Per il titolare dell’Istruzione e del Merito il modello è quello delle banlieue francesi (in programma un incontro con l’omologo transalpino), fatto di mini-classi di 10 alunni, in cui vengono analizzati anche i fenomeni di violenza come il bullismo.

Ultima battuta riguarda l’inasprimento della circolare sul divieto dell’uso di cellulari in classe, definito una dipendenza come la cocaina dalla commissione di esperti che ha validato la proposta ministeriale. Il motivo riguarda le molteplici segnalazioni degli insegnanti circa il totale disprezzo delle regole, mancando così di rispetto alla figura del docente. Valditara ha infine difeso la lettera aperta rivolta alle famiglie, in cui esorta a scegliere la scuola sulla base del futuro occupazionale, prediligendo le passioni dei figli ma mostrando loro anche gli svantaggi di questa scelta.