Mario Draghi si gode “il diritto di essere nonno e di poter scegliere cosa fare“: queste le parole dell’ex premier in un’intervista al Corriere della Sera, dove ha parlato anche del governo guidato da Giorgia Meloni.
Una battuta scherzosa e simpatica che chiarisce in maniera inequivocabile quali siano le sue prossime intenzioni: no a qualunque tipo di incarico, in Italia o all’Estero.
Mario Draghi non replica a Meloni sul dossier Pnrr
Comunque sia, Mario Draghi ricorda il suo periodo da inquilino di Palazzo Chigi sottolineando le “decisioni difficili” prese in una fase dove l’Italia è stata traghettata fuori dalla pandemia, ma al contempo si è trovata invischiata suo malgrado in una guerra alle porte dell’Europa. Poi il passaggio di testimone da Draghi e Meloni, a cui l’ex capo della Bce non replica nonostante le velate accuse sull’arretratezza dei lavori a proposito del Pnrr.
Nel complesso, dunque, Mario Draghi si dice soddisfatto del suo operato perché lo dimostrano i numeri (“sette trimestri in crescita per l’economia”) o i tribunali (“la Corte costituzionale ha giudicato legittima l’introduzione del green pass e dell’obbligo vaccinale”).
Sull’Ucraina, di cui si rimembra l’immagine sul treno in compagnia di Scholz e Macron in direzione Kiev, l’ex presidente del Consiglio si dice convinto che “soltanto Putin può porre fine a questi massacri“. Nonostante il prolungarsi del conflitto, vede maggiori possibilità di arrivare a negoziati di pace, ed è sicuro che i rapporti preesistenti tra Roma e Mosca non fossero abbastanza solidi da rimanere immobili di fronte all’aggressione russa.
Poi il passaggio su Giorgia Meloni, su cui Draghi glissa come il politico più navigato ed esperto (“Non spetta a me dare giudizi in così poco tempo“), benché il suo endorsement prosegue anche a due mesi di distanza dal cambio della guardia (“E’ una leader abile che ha ricevuto un chiaro mandato elettorale”). L’unico appello rivolto al suo successore riguarda l’esigenza di “non creare un clima negativo a livello internazionale nei confronti del nostro Paese“. Sul Pnrr, Draghi parla di “scadenze rispettate”, tant’è che i fondi europei sono poi arrivati, ed è certo che il governo attuale raggiungerà gli obiettivi fissati dalla terza tranche.
Le spiegazioni inedite di fine governo
Dal presente al passato, l’intervista si snoda poi sui motivi che hanno portato alla caduta del suo Esecutivo e sulle ragioni che hanno poi portato Draghi a defilarsi dalla scena politica nostrana.
Qui l’ex leader della Bce è più deciso nei suoi toni, ironizzando contro “chi ha sostenuto che io me ne volessi andare, lasciando l’Italia al suo destino di una recessione inevitabile, ma che oggi non trova conferme dai numeri“. Altrettanto fermo è il suo volere mentre ricorda che “sono stato chiamato a fare un lavoro per me nuovo e sarei rimasto volentieri per completarlo se mi fosse stato permesso di farlo“.
Infine un passaggio a suo modo inedito, poiché Draghi non si è mai espresso chiaramente sulla propria prospettiva in merito al clima che si respirava in maggioranza nelle prime settimane d’estate. Qui il suo pensiero è che “la maggioranza si è sfaldata progressivamente con il trascorrere dei mesi e il proseguimento della legislatura, ostacolando o prendendo le distanze da scelte già compiute in passato“. L’ex premier fa nomi e cognomi, giusto per citare un passaggio storico del suo principale detrattore, ribadisce che “le posizioni si erano fatte inconciliabili” e che nessun tentativo di salvataggio in extremis con uno schema diverso da quello fin lì adottato lo avrebbe convinto a continuare fino al termine del mandato di unità nazionale.