Reddito di cittadinanza assegno si sdoppia per i percettori che pagano l’affitto di casa. La novità arriva dalla legge di Bilancio 2023 che prevede una quota del reddito pari al totale del canone annuo per prendere in affitto un’abitazione. Finora la parte dell’affitto era versata al percettore del reddito di cittadinanza: la Manovra prevede invece che la somma andrà direttamente al locatore dell’immobile. Resta invariata la possibilità di ottenere la quota a copertura del mutuo sulla prima casa entro certi limiti di importo. L’approvazione della legge di Bilancio 2023 alla Camera prevede altre novità sul reddito. Tra le varie, il provvedimento riduce a sette le mensilità del 2023 per i percettori rispetto alle otto originariamente previste, ma la durata non subirà variazioni per le famiglie che abbiano componenti disabili o minorenni, o di almeno 60 anni di età. Il taglio del reddito di cittadinanza a sette mensilità interesserà quindi i percettori dai 18 ai 59 anni di età.
Reddito di cittadinanza si sdoppia l’assegno per chi paga l’affitto: ecco come funziona
Il reddito di cittadinanza prevederà per il 2023 il pagamento della quota di affitto direttamente al locatore e non più al percettore dell’indennità. Affinché il circuito si chiuda è necessario che il locatore risulti nel contratto di affitto. La somma andrà a copertura parziale o totale del canone annuo: il limite di spesa previsto per i beneficiari del reddito di cittadinanza per l’anno 2023 sarà pari a 3.360 euro. La misura si applica anche a chi ha un mutuo sulla prima casa: in questo caso il tetto di indennità previsto è pari a 1.800 euro all’anno. Lo sdoppiamento delle quote del reddito di cittadinanza (quella destinata all’integrazione di reddito fino a 6.000 euro all’anno e quella dell’affitto fino a 3.360 euro per un totale massimo di 780 euro mensili) entrerà in vigore già dal prossimo 1° gennaio.
Obblighi di istruzione e formazione, altra novità del RdC nel 2023
La legge di Bilancio 2023 include anche altre novità che entreranno in vigore nel 2023. Per i percettori di reddito di cittadinanza dai 18 ai 29 anni di età, infatti, è necessaria la formazione obbligatoria. Perderanno il beneficio i giovani che non hanno terminato gli anni di obbligo di istruzione e non si iscrivano o frequentino percorsi d’istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali al raggiungimento dell’istruzione minima (almeno una qualifica triennale). Gli obblighi si ampliano anche con l’iscrizione, per tutti i componenti dei nuclei familiari percettori di reddito, a un corso di formazione o a una qualifica professionale per un periodo di 6 mesi. In particolare, l’obbligo interessa i componenti di età lavorativa che dovranno sottoscrivere il “Patto per il lavoro”. L’eventuale inosservanza di questo obbligo comporta la perdita del reddito di cittadinanza per tutto il nucleo familiare.