Pelè grave, le condizioni peggiorano. Sono ore di grande apprensione per la salute di Pelè. Secondo le ultime informazioni rivelate dai media brasiliani, O Rei ormai «non parla più» e «riceve cure palliative».
Il tumore con cui combatte da anni, infatti, è tornato a progredire e la chemioterapia sembra non fare più effetto. Pelé da tre settimane è ricoverato presso l’ospedale Albert Einstein di San Paolo: secondo l’ultimo bollettino l’82enne soffre di una «insufficienza renale e cardiaca» e necessita di «maggiori cure».
Pelè condizioni gravi. La situazione
La salute di Pelé è in condizioni critiche . Il bollettino medico odierno parla tre settimane, ha riferito che presenta una “progressione” del cancro al colon che sta affrontando e che sta ricevendo cure per “disfunzioni renali e cardiache“.
Per l’evoluzione del suo quadro clinico, per le condizioni della sua malattia oncologica, sia il paziente di 82 anni che i suoi parenti attraversano un iter delicato: iniziano a salutarsi.
La stella brasiliana è in terapia intensiva e isolata. Sua moglie, Marcia Aoki, e due dei loro figli lo stanno aspettando, mentre altri che vivono fuori dal paese stanno già tornando per trascorrere i loro ultimi momenti con il padre.
Pelé riesce a malapena a parlare. La sua salute è profondamente deteriorata : i suoi polmoni e il suo unico rene rimasto cominciano a cedere. Il suo cuore risponde ancora, anche se si prevede che possa soffrire di alcune complicazioni a breve termine, almeno è quello che temono i medici.
Parla Edinho, il figlio del Mito: “Preghiamo per lui”
“Voglio ringraziare tutti per l’affetto, i messaggi e le preghiere che riceviamo per nostro padre. Lo dico a nome mio e di tutta la famiglia“. A dirlo è il figlio di Pelé, Edinho, ex portiere del Santos e del Sao Caetano che ora fa l’allenatore e guida il Londrina, squadra della Serie B brasiliana.
“Le mie due sorelle più grandi di me sono lì con lui, 24 ore al giorno, e questo mi conforta – ha sottolineato il figlio di O Rei -. Attraverso di loro io e i miei fratelli, che attualmente sono negli Stati Uniti, riusciamo in qualche modo a essergli vicini. Io vorrei essere presente, ma in questo momento ho un compito da portare a termine qui“.
“Del resto, non sono un medico e in ospedale non potrei fare molto. Inoltre più faccio bene qui al Londrina, più lo rendo felice. A volte però e mi prendo dei momenti per riflettere e pregare. Certi momenti sono difficili“