Spunta addidittura il quarto incomodo: Gianni Cuperlo ha deciso di candidarsi alla segreteria del Pd. Correrà con Stefano Bonaccini, Paola De Micheli ed Elly Schlein in vista del nuovo percorso costituente. Lo fa per scongiurare il rischio di sparizione: in discussione c’è l’esistenza stessa del partito. Le sue parole all’Huffington Post:
Ci ho riflettuto, so benissimo che ci sono due candidature favorite, ma è un congresso talmente importante che nella prima fase, quella dove a votare saranno gli iscritti, chi ha delle idee sul dopo credo abbia persino il dovere di esporle e discuterle. Lo penso perché chiunque vinca avrà bisogno di un confronto vero e di una partecipazione larga almeno se vogliamo capire perché in quindici anni abbiamo perso sei milioni di voti. Se seguissi la razionalità non dovrei farlo anche perché so che alle spalle non ho potentati, a volte però prevalgono i sentimenti e questa prova credo giusto affrontarla. So che diversi pensano sia una follia, altri invece credono vi sia una ragione più forte di qualunque timore su quale potrà essere il risultato”, ovvero evitare al Pd “l’incubo di una deriva greca come per il Pasok o francese con la tradizione socialista precipitata nell’irrilevanza.
Chi è Gianni Cuperlo
Giovanni Cuperlo, detto Gianni, nasce a Trieste nel 1961. Si diploma al liceo classico della sua città e si laurea al DAMS di Bologna. Durante i suoi studi si appassiona subito alla politica, esercitandola prima della federazione giovanile comunista italiana e poi nella sinistra giovanile. È stato segretario in entrambe. Il salto naturale, per lui, è l’ingresso nel Pds (Partito Democratico della Sinistra) e quindi nei Ds (Democratici di Sinistra). È in questo ambiente che conosce Massimo D’Alema con il quale costruisce una collaborazione politica molto forte, i due compongono anche alcuni libri a quattro mani come Un paese normale e Una grande occasione. Dal 2001 al 2006 è segretario dei Ds.
L’elezione e la nascita del Pd
La prima tornata che vede eletto Gianni Cuperlo sono le elezioni politiche del 2006, lo fa nella lista dell’Ulivo. Un anno dopo nasce il Pd nel quale confluisce. Nel Partito Democratico rimpolpa la corrente del dalemiani. Nel 2008 viene confermato parlamentare nonostante la sconfitta di Walter Veltroni. Sotto la segreteria di Bersani coordina il forum centro studi del partito e con Renzi, nonostante un’iniziale reticenza, diventa presidente del Pd. Si dimette un anno dopo per contrasti con la linea renziana. È il pretesto per la nascita di una nuova corrente di cui diventa leader: sinistradem. Esercita una forte opposizione a Matteo Renzi ad esempio in occasione del refrendum costituzionale e, con le sue dimissioni, decide di non uscire dal partito come fatto – tra gli altri – da Roberto Speranza. Resta nel Pd confluendo nella corrente di Andrea Orlando. Non si candida alle elezioni politiche del 2018 ma torna in Parlamento nel 2022.