Le luminarie di Bologna sono al centro dell’ultima polemica tra il Comune e il vescovo della città. In occasione delle festività natalizie 2022, l’amministrazione comunale ha voluto illuminare la città riprendendo le celebri frasi tratte dal brano Imagine di John Lennon, per tornare a parlare di pace. Nell’anno dell’inizio del conflitto russo-ucraino che ha stravolto gli equilibri socio-economici europei, e rimesso al centro del dibattito mediale il tema ‘quasi dimenticato’ della guerra armata, è stato ritenuto giusto e doveroso sensibilizzare al tema attraverso un brano, che ha oltre 50anni e, che ancora oggi è un vero e proprio inno di speranza e fratellanza tra i popoli. Una sorta di sogno da inseguire la pace in un mondo sempre più in conflitto.
Le luminarie di Bologna di via D’Azeglio
Le luminarie di Bologna apposte nei pressi della Basilica cattolica di San Petronio, in via D’Azeglio, provocano una inaspettata reazione del vescovo Staglianò che reagisce dicendo: “Insulsa provocazione anticlericale”. Immagina che non ci sia il paradiso, Immagina che non ci sia neanche la religione, sarebbero le frasi della discordia e la causa del conflitto in corso. Così, il presidente della Pontificia Accademia di Teologia alza un polverone inaspettato sul caso e alimenta un’accesa polemica intorno alla questione ritenendo che le frasi alimentino un senso di antireligoso intorno al Natale.
Bologna città d’arte
Bologna, da sempre città d’arte e artisti, negli anni aveva già scelto frasi di celebri nomi della musica italiana, come Lucio Dalla, Cesare Cremonini, Raffaella Carrà, per abbellire la città. Questa è stata la volta dedicata al cantante e compositore del Beatles, un nome di spessore e ha sortito l’effetto contrario: è stato criticato e visto di cattivo occhio. E’ tutta visibilità di ritorno alla città di Bologna o una scelta strategica che doveva sortire effetti positivi e ha soltanto raccolto negatività?