Presentata oggi la relazione finale sull’assalto compiuto nel gennaio 2021 a Capitol Hill e che vede indagato l’ex presidente Donald Trump. La commissione del Congresso americano ha accusato di tycoon di “cospirazione”, allegando una documentazione totale di 850 pagine nelle quali si chiede anche l’interdizione futura dai pubblici uffici. Il che significa la presunta incandidabilità alle presidenziali 2024.
A capo del comitato risiede il democratico Bennie Thompson, presidente della Camera dei Rappresentanti.
Assalto a Capitol Hill, Trump: “Una caccia alle streghe”
Dopo un lungo percorso giudiziario ed extragiudiziario durato un anno e mezzo, fatto di indagini serrate che hanno acquisito qualsiasi tipo di indizio, Donald Trump è stato accusato formalmente in quanto diretto responsabile dell’assalto a Capitol Hill (il Campidoglio americano) lo scorso 6 gennaio 2021.
Un lavoro certosino e meticoloso in cui le testimonianze hanno costituito la parte centrale ma non l’unica a disposizione degli inquirenti. Alla base dell’accusa c’è l’idea secondo cui Donald Trump avrebbe progettato una strategia per ribaltare il risultato delle ultime elezioni presidenziali, che lo avevano visto perdere contro Joe Biden, e rimanere dunque in carica. Elemento chiave del suo piano è stato parlare alla pancia della gente, scatenando per le strade e contro l’istituzione simbolo degli Stati Uniti migliaia di rivoltosi e sostenitori che hanno letteralmente demolito l’edificio. Trump va dunque incriminato “per aver “incitato, assistito e sostenuto” la violenza.
La pubblicazione del rapporto conclusivo è stata successiva a quella del “contro-rapporto” stilato da una “commissione ombra” composta da cinque deputati del Partito repubblicano (Kevin McCarthy e i deputati Jim Banks, Rodney Davis, Jim Jordan, Kelly Armstrong e Troy Nehls), poi bocciato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi. Al suo interno, infatti, sarebbe contenuto un audio in cui la polizia di Capitol Hill aveva espressamente chiesto di aumentare la sorveglianza nell’area, senza però ottenere alcun riscontro. Appello che lo stesso Trump aveva già manifestato, a suo dire, nei giorni precedenti chiedendo l’intervento della Guardia Nazionale. Al suo interno compaiono anche le prove in cui l’ex presidente chiede ai manifestanti di evitare escalation di violenza, ma non è menzionato il colpevole ritardo con cui Trump è intervenuto pubblicamente il giorno dell’assalto.
Dal proprio social Truth, il diretto interessato ha parlato di “caccia alle streghe”, di “comitato espressamente di parte”, puntando il dito contro Nancy Pelosi e la mancanza di considerazione dei suoi argomenti (tra cui la frode elettorale).