Concorsi pubblici con “titolo di preferenza” per le donne incinte rispetto ai candidati con lo stesso punteggio. Un mondo del lavoro capovolto quello sul quale vuole puntare la Provincia di Treviso, per favorire – non ostacolare come avviene spesso – le donne che si presentano al colloquio con il pancione. L’obiettivo sarebbe contrastare il calo demografico, una delle emergenze del Paese, e fare un passo avanti concreto nella parità di genere. La svolta è stata annunciata dal presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, leghista, sindaco di Castelfranco Veneto. Il suo, al momento, è un messaggio politico, una provocazione al tema dell’occupazione femminile.

Titoli di preferenza per le donne incinte che partecipano ai concorsi pubblici: la proposta-provocazione del presidente della provincia di Treviso

La proposta-provocazione di Marcon è stata annunciata ieri durante l’assemblea dei sindaci della Marca riunita per l’approvazione del bilancio. “D’ora in poi in ogni bando di assunzione – ha detto – inseriremo un titolo di preferenza: in caso di parità di punteggio, sarà data precedenza alla donna che dovesse essere incinta in quel momento»” Secondo il Presidente è necessario favorire la natalità con un sistema di welfare che “deve dare tranquillità e far passare un messaggio diverso rispetto a quello a cui siamo stati abituati”. Proprio in questi giorni la Provincia retta da Marcon ha predisposto la piattaforma per gestire concorsi unici e selezioni uniche per l’assunzione di personale nelle Amministrazioni Comunali. Forte dell’esperienza della Sua, la Stazione Unica Appaltante alla quale hanno già aderito ben 91 Comuni della Marca e altri 21 Enti del territorio, e vista la complessità nella gestione dei concorsi pubblici, la Provincia ha annunciato che sta predisponendo un vero e proprio “Ufficio unico concorsi” che, sul modello della Sua, curerà l’intera gestione della procedura di concorso pubblico, dalla predisposizione del bando allo svolgimento degli esami e delle prove, fino alla graduatoria. Ai Comuni, o agli Enti aderenti, spetterà chiaramente la programmazione dei fabbisogni di assunzione e la stipula dei contratti. Ma la reazione dei sindaci al titolo di preferenze per le donne incinte è stata positiva. e lo stesso vale (neanche a dirlo) per la Diocesi di Treviso che attraverso attraverso il centro della famiglia ha elogiato l’iniziativa.

Il rischio di incostituzionalità

Il rischio di incostituzionalità è dietro l’angolo. E infatti l’amministratore si è affrettato a precisare che la svolta dovrà prima essere fatta propria dal Legislatore. Già oggi, nei concorsi pubblici, sono previsti titoli di preferenza se due concorrenti arrivano a pari merito. La proposta di Marcon vorrebbe introdurre lo stato di gravidanza tra questi e, al momento, ha raccolto adesioni bipartisan. “Vedo in modo positivo qualsiasi cosa che favorisca le donne, soprattutto pensando che, se partecipano ai concorsi pubblici, forse sono anche disoccupate”, ha commentato Cristina Andretta, sindaca leghista di Vedelago (Treviso). Ma anche una sindaca civica, Stefania Golisciani, prima cittadina di Casale sul Sile – qui Lega, FdI e Pd sono all’opposizione – ha dato un giudizio positivo: “Idealmente, se vivessimo in un mondo perfetto – ha osservato -, non sarei favorevole a misure che tutelano le donne, tantomeno in gravidanza, e lo dico da mamma di un bambino di 20 mesi. Ma in questo momento storico, denso di storture culturali a causa delle quali le donne, specie se in attesa, sono discriminate, occorre riconoscere la realtà dei fatti, perciò ben venga un cambiamento di rotta”. Nel 2017, sempre in Veneto, fece scalpore la notizia di una donna al nono mese di gravidanza, Martina Camuffo, assunta a Mestre da una agenzia di web designer. Martina fu sommersa dai messaggi di tante mamme e donne in attesa, che esultarono per quella svolta. Rimase naturalmente un caso isolato.