Come è morta Whitney Houston? Al cinema è arrivato il biopic sulla vita della straordinaria cantante interpretata da Naomi Ackie, un film molto attesa che sembra però aver diviso pubblico e critica. L’unico aspetto su cui tutti sono concordi però è la voce unica dell’interprete, ma andiamo a scoprire qualcosa in più sulla sua vita e morte.
Come è morta Whitney Houston? Età e annegamento
Whitney Houston è morta l’11 febbraio 2012, all’età di 48 anni, in una stanza del Beverly Hilton Hotel a Beverly Hills. Gli inquirenti accorsi sul posto avvertiti dallo staff della struttura hanno indicato annegamento accidentale nella vasca da bagno come la causa del decesso, l’artista sarebbe morta dopo aver assunto un’eccessiva quantità di droghe che combinate all’aterosclerosi avrebbero provocato una perdita di coscienza mentre si trovata in acqua.
L’allarme del marito e della famiglia, un tunnel con droghe e alcool
Fu l’ex marito Bobby Brown, allarmato per il suo ritardo, a chiamare i parenti e amici di Whitney Houston che avrebbero allarmato lo staff dell’hotel chiedendo loro di entrare nella Suite 434 dove alloggiava l’artista, trovandola esanime sott’acqua, nella sua vasca da bagno. Immediata la chiamata dei soccorsi, ma ogni tentativo di rianimarla fu vano e la polizia stabilì che non c’erano segni di un tentato omicidio. L’autopsia resa nota il 22 marzo asserì che la causa della morte fu dovuta a un collasso cardiaco causato probabilmente dal prolungato abuso di droga, farmaci e alcool di cui l’artista era dipendente come ampiamente documentato. In particolare al momento della morte sono stati trovati nel suo corpo difenidramina, alprazolam, cannabis e vari farmaci antidepressivi, ma non in quantità tale da provocare la morte. La polizia ha indicato quindi la morte per infarto e successivo annegamento che sarebbe la causa principale del decesso prematuro.
Il film censura la parte più buia
Nel film dedicato a Whitney Houston nelle sale in Italia viene riproposta la vita della straordinaria interprete, sin dal suo esordio nel coro Ghospel nella stessa chiesa dove si sono svolti i funerali. L’opera diretta da Kasi Lemmons e scritta da Anthony McCarten già dietro i successi de L’ora più buia, La Teoria del tutto e Bohemian Rhapsody. Nella parte iniziale il film parte bene, ma dopo l’incontro con il marito Bobby Brown si stende quasi una cortina di fumo sulla sua vita privata fatta di violenze domestiche e abuso di droghe. Il film fa intuire tutto questo, ma sceglie di non mostrare, di non raccontare davvero cosa accadde. Non vengono mostrate le violenze fisiche subite dal marito, come i gravi problemi di tossicodipendenza solamente accennati.
La sua voce originale con le canzoni più belle
La trama, probabilmente approvata dagli eredi punta tutto sulle emozioni per portare alla commozione lo spettatore, senza alcun guizzo o un indagine nel profondo come avvenuto magari invece Judy con Renee Zellweger. Un film che oltre a raccontare la vita e i passaggi salienti di Whitney Houston si trasforma in un concerto dato che le esibizioni sono con la voce originale di “The Voice”, ma anche la varietà dei brani proposti è limitata.