Nel 2023 scatta il nuovo importo per la carta del docente? Un’amara sorpresa per tanti insegnanti che potrebbero ben presto gestire un importo diverso sul bonus scolastico, anzi si parla di una netta sforbiciata, rispetto al 2022.

I tempi stringono e la Cara del docente rischia di essere ridimensionata in ribasso. L’emendamento sul bonus scolastico potrebbe contenere un definanziamento della misura o peggio l’abolizione della stessa.

La carta del docente rischia di seguire le sorti del bonus cultura. Un beneficio per gli studenti adattato con nuove norme: requisiti reddituale o studente meritevole.

Il vero problema, è legato alla riduzione delle risorse prevista per il sovvenzionamento della misura per il 2023. 

Un motivo in più per cercare di capire quali sono le caratteristiche principali della Carta del docente e, soprattutto, quale sarà l’importo del bonus scolastico per il 2023.

Carta del docente 2023

La Carta del docente è uno dei tanti temi trattati con preoccupazione da diversi esponenti politici. In particolare, l’argomento è stato affrontato in più occasioni dal leader di Azione Italia Viva Maria Elena Boschi, Commissione Cultura, Scienze e Istruzione.

La riduzione delle risorse previste per il bonus scolastico, più conosciuto come la Carta del docente, potrebbe portare a un abbattimento dell’importo spettante a ogni insegnante.

Secondo numerosi esperti, il tetto massimo del contributo dovrebbe passare da 500 a 375 euro annui.

La buona notizia, è che per il 2023 dovrebbero restare operative le vecchie regole, per cui i docenti dovrebbero poter gestire un bonus scolastico pieno, ovvero del valore di 500 euro. La variazione in ribasso dovrebbe scattare nel 2024.

Infatti, pare che sia presente un accordo per il biennio 2023/2024, per cui non dovrebbero essere introdotti correttivi. In buona sostanza, la rimodulazione dell’importo del bonus scolastico dovrebbe scattare nella fase conclusiva del 2024.

Tuttavia, il governo italiano per garantire la presenza della Carta del docente anche per il 2023, dovrebbe procedere al sovvenzionamento di altre risorse. Se, così non fosse, il bonus scolastico per il 2024 dovrà essere ridotto. 

Carta del docente 2023: nuove condizioni

L’altro problema che affligge il mondo scolastico sono i precari, che non rientrano nei requisiti per il rilascio della Carta del docente, quindi sono materialmente esclusi dal bonus.

Per il 2023 non sono stati modificati i criteri operativi per il rilascio del beneficio, ciò significa che i docenti possono richiedere il bonus scolastico, se possiedono un contratto a tempo indeterminato.

Brutte notizie, anche per i docenti che nel biennio 2023/2024 saranno chiamati a prestare supplenza, per cui non scatta l’aggancio ai requisiti.

Tuttavia, si tratta di un discorso che potrebbe ben presto cambiare. Infatti, diverse associazioni sindacali di categoria, hanno presentato un esposto dinanzi al Consiglio di Stato per permettere agli insegnanti di religione con incarico annuo di rientrare nel beneficio del bonus scolastico.

Carta del docente 2023: dove utilizzarla

Secondo quanto previsto nell’articolo 1, comma 121 della legge numero 107 del 13 luglio 2016

La carta del docente può essere utilizzata per l’acquisto di:

  • libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • hardware e software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015(Buona Scuola).